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Canoni di affitto sempre più cari: gli italiani scappano dai grandi centri urbani e puntano verso la provincia

Last Updated on Dicembre 18, 2023

I canoni di affitto in Italia sono sempre più cari. Questo sta comportando, come evidenziato da una recente indagine condotta dal portale Immobiliare.it per LaPresse, un aumento del numero di utenti che, quando cercano un immobile da prendere in affitto, si orientano verso la provincia.

Un fattore tra i più considerati nel momento in cui si sceglie la città dove cercare casa in affitto riguarda il livello di collegamento con i grandi centri urbani. Tra quelli analizzati dalla sopra citata indagine, figurano Milano, Palermo, Torino e Bologna, con le relative zone di hinterland. 

Case in affitto: i capoluoghi più richiesti

Confrontando le domande di immobili in affitto nel terzo trimestre 2023 e i medesimi numeri dello stesso periodo dello scorso anno, è possibile notare un considerevole aumento riguardante alcuni capoluoghi.

Nel caso del Comune di Mantova, si parla di un aumento delle richieste pari al 108% circa. Rimanendo sempre in Lombardia, spiccano pure gli incrementi di Brescia e di Lodi, pari rispettivamente al 50 e al 43%.

Spostando lo sguardo ai capoluoghi provinciali del Lazio, non si può non notare la crescita di Rieti, dove la domanda di immobili in affitto è aumentata del 144%. Decisamente più contenuta è la crescita di Latina, con un +7,6% dal terzo trimestre 2022 al penultimo di quest’anno.

Per quanto riguarda, invece, la situazione del Piemonte, degno di nota è l’aumento della domanda di immobili in affitto nel territorio provinciale di Verbano Cusio Ossola, pari all’83%.

Secondo diversi punti di vista, si tratta di un dato da attribuire alla fuga sia da Torino, sia da Milano, città che, pur non essendo in Piemonte, è comunque molto vicina.

L’incremento dei canoni di locazione

Accanto all’aumento della domanda di immobili da prendere nei sopra citati territori, è possibile notare anche un incremento dei canoni di locazione.

Tra quelli delle città precedentemente menzionati, troviamo i prezzi di Mantova, cresciuti del 7,8%. A Brescia, invece, la flessione verso l’alto è stata del 6%.

 Per quanto riguarda Lodi, tra i capoluoghi di provincia in Lombardia più facilmente raggiungibili da Milano, si parla di un aumento dei canoni di affitto pari al 3,9%.

La flessione di domanda nelle grandi città

Come già accennato, l’aumento dei canoni di affitto sta comportando una riduzione della domanda di immobili in locazione nelle grandi città (dove, nelle vesti di proprietari, ci si può tutelare grazie a servizi come la nostra Protezione Zappyrent, che garantisce il pagamento puntuale del canone anche in caso di ritardi da parte dell’inquilino).

Esemplare a tal proposito è il caso di Milano. Il capoluogo lombardo, al centro dell’attenzione mediatica per via della perdita di quota delle compravendite – nel terzo trimestre di quest’anno, sono calate del 9% rispetto allo stesso periodo del 2022 – non presenta dati migliori quando si parla di domande di case in affitto.

 Negli ultimi mesi, infatti, sono calate del 15,2%, a fronte di un incremento dei canoni di affitto attorno al 10%.

In Emilia Romagna, la flessione negativa della domanda di case in affitto è realtà praticamente in tutto il territorio regionale. Brilla l’eccezione di Parma, con una crescita del 14,2%. Segno più, in Sicilia, per Catania e Trapani, dove sono stati registrati rispettivamente aumenti di domanda del 45 e del 39%.

Il record di Milano

Milano mantiene la sua posizione di capoluogo regionale con i canoni di affitto più alti su scala nazionale. La media, a inizio mese, era pari a circa 22,7 euro mensili al metro quadro.

Secondo posto per Firenze – città che, per quanto riguarda il calo di compravendite nel corso del terzo trimestre dell’anno, è in prima posizione in Italia – dove il canone di affitto medio, a inizio dicembre, era pari a 20,6 euro al mese al metro quadro e terzo per Bologna, con 17,7 euro mensili/mq.

Tornando con il focus su Milano, è bene rammentare l’esistenza di diversi quartieri dove i canoni di affitto sono ben al di sotto della media cittadina. Qualche esempio? Baggio, dove le quotazioni si aggirano attorno ai poco più di 13 euro mensili al metro quadro e Cà Granda, con circa 16 euro al mese/mq.

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Il commento del climatologo: “Le città sono ormai invivibili”

I dati appena menzionati relativi alla fuga dalle grandi città, Milano in particolare, per via dell’aumento dei canoni di affitto sono stati commentati anche dal climatologo e divulgatore scientifico Luca Mercalli.

Sulle pagine del Corriere della Sera, nel corso di un’intervista pubblicata sabato 16 dicembre, ha puntato il dito contro il cambiamento climatico.

“D’estate nella Pianura Padana si superano i 40 gradi: è normale che una fetta di persone sia spinta ad andarsene dalle grandi città, e magari a vivere in quote più elevate”: così si esprime lo scienziato torinese, il cui volto è noto al grande pubblico anche per la sua partecipazione al programma di Fabio Fazio Che Tempo che Fa.

 Mercalli ha altresì sottolineato che, negli ultimi anni, sono cambiati anche i dati delle località turistiche. Se, fino a poco tempo fa, ci si passava il tempo nel week end, ora sempre più persone le scelgono per viverci.

A suo dire, nei prossimi anni sarà la quota a fare la differenza nella scelta del luogo per vivere, a prescindere dai canoni di affitto o dalle quotazioni degli immobili in vendita.

Sempre sulle pagine del quotidiano milanese, ha sottolineato che, fra qualche anno, sotto gli 800 metri si sentirà poco la differenza tra aree urbane ed extra urbane.

Ha fatto presente che oggi, in media, le aree cittadine sono caratterizzate da 5°C in più rispetto a quelle extra urbane. Questa differenza, nel momento in cui si arriverà a temperature medie, in città, di circa 45°C, potrebbe non essere tanto percepibile.