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Affitto ammobiliato: come funziona?

Last Updated on Agosto 30, 2021

Quando si tratta di mettere in affitto un appartamento ammobiliato i dubbi che possono sorgere sono diversi. L’usura degli arredi, degli elettrodomestici e dei mobili è una cosa normale, col passare del tempo. Ma se i propri arredi sono rovinati dalla negligenza di potenziali inquilini come ci si deve comportare?

Esistono tante case ammobiliate in affitto: bisogna stilare un elenco dei mobili presenti? In caso di danni, cosa deve pagare l’inquilino e cosa il proprietario? Nel nostro articolo analizzeremo la situazione e daremo le risposte a tutte queste domande, in modo da permetterti di mettere in affitto il tuo appartamento e iniziare a guadagnare senza pensieri!

Contratto affitto casa ammobiliata: quale scegliere?

Avere una casa già ammobiliata potrebbe far protendere i proprietari verso la scelta di un affitto breve: in fondo, se l’inquilino deve rimanere in casa per poco tempo, non avrà bisogno di portarsi dietro i suoi eventuali arredi.
In realtà non esiste alcun limite riguardo l’affitto di una casa già ammobiliata: si può scegliere qualsiasi modalità di contratto esistente, in base alle proprie esigenze. Anzi, una casa ben arredata potrebbe addirittura invogliare eventuali inquilini a sceglierla tra tante e, soprattutto, a prendersene cura, visto che dovranno trascorrerci molto tempo.

Ma quali sono le forme di contratto esistenti? Rivediamole insieme:

  • Canone libero, dove il proprietario sceglie liberamente la cifra dell’affitto. Prevede la formula del 4+4;
  • Canone concordato, dove la cifra è stabilita dagli accordi territoriali. Prevede la formula del 3+2;
  • Per studenti, con durata dai 6 mesi ai 3 anni.

Appartamento ammobiliato in affitto: come tutelarsi?

La questione centrale quando si tratta di affittare un appartamento ammobiliato è sicuramente la condizione degli arredi. Avere una casa già arredata, come dicevamo, può sicuramente giocare a favore dei proprietari per quanto riguarda l’interesse degli inquilini.

Come affittare casa tutelandosi dai danni, quindi? La soluzione migliore è stilare un elenco dei mobili per il contratto di locazione, in modo tale da annotarne, oltre che la presenza, anche le condizioni in cui si trovano al momento della firma.

Questo vero e proprio inventario servirà da documento per verificare, alla fine dell’affitto, le condizioni degli arredi ed eventuali danni. Con un contratto d’affitto più lungo essi saranno molto più rari, perché sarà nell’interesse degli stessi inquilini vivere in un ambiente più curato e pulito.

Locazione immobile arredato: l’inventario costa

Una volta deciso di stilare l’elenco degli arredi e dei mobili presenti all’interno del proprio immobile, ci si trova davanti a due scelte: allegare l’elenco al contratto di locazione, oppure stipularne uno nuovo riguardante esclusivamente gli arredi.

La prima scelta conviene per quelle abitazioni che hanno un arredo non così importante in termini di dimensioni e valore economico, ma che comunque i proprietari sono interessati a tutelare. Se invece il valore è molto elevato, allora conviene stipulare un contratto a parte.

Questa scelta però comporterà una maggiorazione nell’ambito della tassazione. L’imposta di registro infatti così si diversificherà:

  • Con elenco dentro il contratto di locazione: imposta di registro al 2%;
  • Con elenco indicato in un contratto a parte: imposta di registro al 2% per il contratto di locazione e al 3% per il contratto dell’arredamento.

Proprietario di casa?

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