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Compravendite immobiliari in Italia in calo anche nel terzo trimestre 2023

Last Updated on Dicembre 10, 2023

Le compravendite immobiliari in Italia sono ancora in calo: i dati del terzo trimestre dell’anno contenuti nella nota dell‘Osservatorio OMI dell’Agenzia delle Entrate mettono in primo piano una perdita di quota del 10,4% rispetto al medesimo periodo del 2022.

Nel terzo trimestre del 2023, sono state vendute, in tutto il Paese, circa 157mila case. Si parla di più o meno 18mila compravendite in meno in confronto al 2022.

Come sta andando il mercato immobiliare in Italia: il calo più consistente nei Comuni non capoluogo

I dati del terzo trimestre dell’anno in corso relativi alle compravendite immobiliari in Italia portano alla luce, come già accennato, un calo generale su scala nazionale.

Guardando le varie zone nel dettaglio, si può apprezzare una flessione più consistente nei Comuni non capoluogo (10,8% le transazioni in meno rispetto al terzo trimestre del 2022).

Pure i dati dei Comuni capoluogo sono all’insegna dei numeri negativi per le compravendite immobiliari in Italia da luglio a settembre. Si parla per la precisione del 9,5% in meno in confronto al terzo trimestre dello scorso anno.

Calo diffuso in tutto il Paese

Una differenza rilevante riguardante le compravendite immobiliari in Italia riguarda il fatto che, rispetto al 2022, il terzo trimestre di quest’anno è stato all’insegna del calo diffuso in tutto il Paese.

La flessione dei numeri di vendita delle case in Italia è particolarmente marcata nelle Regioni del Centro e del Nord Est. In queste aree del Paese, che vedono concentrarsi, numeri alla mano, circa il 40% delle compravendite immobiliari in Italia, la perdita di quota è stata, nel corso del terzo trimestre del 2023, pari rispettivamente al 12,9 e al 12,6%.

Comprare casa in Italia: perdita di quota per tutti i tagli di immobili

La perdita di quota delle compravendite immobiliari in Italia è generalizzata non solo dal punto di vista geografico, ma anche per quel che concerne le tipologie di immobili.

I dati del sopra citato report sono molto chiari: la riduzione delle transazioni immobiliari aumenta in maniera direttamente proporzionale alla grandezza dell’immobile.

Si parte, infatti, da una contrazione dell’8% riguardante le unità di taglio più piccolo, per arrivare all’11,9 per gli immobili che, invece, si contraddistinguono per un’estensione superiore ai 145 metri quadri.

Le unità immobiliari di metratura ridotta sono fra le più apprezzate da chi compra a scopo di investimento, soprattutto in città come Milano. Su scala nazionale, la metratura media delle abitazioni vendute è risultata pari, da luglio a settembre di quest’anno, a 107 metri quadri.

I dati delle grandi città italiane

I dati delle grandi città sono sempre un punto di riferimento utile per capire come sta andando il mercato immobiliare.

La nota trimestrale dell’Osservatorio OMI dell’Agenzia delle Entrate ha preso in considerazione i numeri delle prime otto città del Paese per popolazione, che hanno contribuito per il 15% circa al totale delle compravendite immobiliari in Italia.

Il calo delle transazioni nel segmento residenziale, pari a circa il 10,3%, è in linea con la sopra citata media nazionale. Per tutti i centri urbani analizzati, otto come già accennato, i dati del terzo trimestre sono negativi.

La flessione più importante è stata riscontrata a Firenze, con un calo delle compravendite che, nel corso del terzo trimestre di quest’anno, hanno perso il 17,9%. Seconda posizione per Roma, con un calo del 13%.

A Milano, in queste ultime settimane al centro dell’attenzione mediatica per via del recente attenuarsi dell’intensità della corsa dei prezzi a causa proprio delle poche case che si vendono, nel corso del terzo trimestre di quest’anno le transazioni in ambito residenziale sono state il 9% in meno rispetto allo stesso periodo del 2022.

Flessione affine per Genova, mentre a Napoli la perdita di quota si è assestata attorno all’1,9%. Per quel che concerne, invece, i dati di Torino, Bologna e Palermo, si ha a che fare con un calo in linea con la media nazionale.

Chi compra casa in Italia

I dati della nota trimestrale dell’Osservatorio OMI dell’Agenzia delle Entrate mostrano un dato in linea con il passato per quanto riguarda la tipologia di acquirente che, in Italia, compra casa con finalità residenziali: nel 95% dei casi, si tratta di una persona fisica. 

Nel 62% delle situazioni, chi ha comprato ha fatto ricorso alle agevolazioni per la prima casa. Pure per quanto riguarda questo dato è possibile notare un calo in confronto ai numeri delle compravendite in Italia nel periodo luglio – settembre 2022.

In quei mesi, infatti, era pari al 65% la quota di acquirenti richiedente le agevolazioni per la prima casa.

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Solo il 41% degli acquisti tramite mutuo

I dati del terzo trimestre dell’anno confermano il calo generalizzato delle richieste di mutui. Solo il 41% delle compravendite residenziali, infatti, è stato effettuato ricorrendo alla sopra citata tipologia di finanziamento.

Il capitale di debito – parliamo come sempre del segmento residenziale e degli acquisti da parte delle persone fisiche – è inferiore di circa 3,5 miliardi di euro rispetto ai numeri dei mesi compresi fra luglio e settembre 2022 e pari a circa 8 miliardi di euro.

Immobili affittati: i dati dell’Agenzia delle Entrate

L’aumento dei tassi dei mutui e il generale clima di sfiducia creato dall’approccio restrittivo della BCE, strada intrapresa come fisiologica risposta all’inflazione, ha portato molte persone a virare verso l’affitto, con ovvie conseguenze negative sui numeri delle compravendite immobiliari in Italia.

Segno meno anche per quelli locati. Come evidenziato dai dati dell’Agenzia delle Entrate – il focus è sempre il terzo trimestre del 2023 – sono state circa 200mila le case affittate da luglio a settembre di quest’anno, con una contrazione del 4,1% se si guarda agli stessi mesi del 2022.

In questo caso, il numero negativo è da imputare alla crescita degli affitti brevi – tipologia di locazione che sarà interessata da numerose novità normative il prossimo anno – e di quelli studenteschi, senza dimenticare la scelta, sempre più frequente innanzitutto per motivi di sostenibilità economica dei locatari, di affittare non l’immobile intero, ma solo alcune sue porzioni, per esempio le singole stanze.