Locazione di un appartamento cointestato: ecco cosa sapere
Last Updated on Febbraio 18, 2025
Affitto di una casa in comproprietà tra fratelli: come viene gestito
Come viene gestito l’affitto di un appartamento cointestato? Per rispondere a questa domanda, è importante fare il punto della situazione sul significato di comproprietà immobiliare. Quando si utilizza questa espressione, si inquadra una situazione in cui un immobile ha ufficialmente più di un proprietario. Ciascuno dei soggetti in questione, è per la legge proprietario di un determinato numero di quote del suddetto immobile. In misura proporzionale a queste ultime, deve dare il suo contributo alle spese necessarie alla conservazione dell’unità immobiliare e alla gestione dell’eventuale contesto condominiale in cui quest’ultima è collocata.
Nel momento in cui si ha un immobile in comproprietà con altre persone, per esempio con i propri fratelli, è possibile metterlo in affitto? La risposta è affermativa. Lo stesso si può dire per la vendita. Fondamentale, però, è che vengano soddisfatte determinate condizioni.

Sono diversi gli interrogativi da porsi in questi casi e uno dei più frequenti riguarda la dichiarazione del reddito di locazione. Chiamiamo in causa ancora una volta il caso concreto dell’immobile intestato a più fratelli. In questo frangente, nel momento in cui si parla dell’affitto di un appartamento cointestato si ha a che fare con uno dei proprietari che stipula un regolare contratto di locazione. Ogni mese incassa il canone e si trova davanti a due opzioni: dividerlo con gli altri comproprietari o, sulla base ai rapporti che intercorrono tra i vari intestatari, tenerlo totalmente per sé.
In questi frangenti, il reddito derivante dalla locazione deve essere gestito e diviso tenendo in considerazione i criteri di contitolarità del bene immobile e, di riflesso, dividendo la somma sulla base delle quote di proprietà spettanti a ciascun intestatario.
Attenzione, però: in diversi frangenti, queste linee guida non si sono rivelate sufficienti. Ciò è accaduto soprattutto nei casi come quello descritto nelle righe precedenti, situazioni in cui a mettere in affitto la casa è solo uno degli intestatari.
In queste circostanze, si ha a che fare con due punti di vista differenti. Da un lato c’è quello dell’Agenzia delle Entrate, che mette in primo piano un obbligo a carico degli altri comproprietari, rendendo necessaria, da parte loro, la dichiarazione, con criteri pro-quota, della parte corrispondente di reddito. Dall’altro, invece, ci sono le considerazioni del legislatore, che ammette la dichiarazione totale del reddito di locazione da parte del soggetto firmatario del contratto di affitto.
Per evitare problemi, il consiglio che viene dato a chi ha a che fare con l’affitto di un appartamento cointestato e con il conseguente reddito di locazione riguarda il fatto di orientarsi seguendo le indicazioni del Testo Unico delle Imposte sui Redditi.
Secondo quest’ultimo, in situazioni come quella a cui è dedicato questo articolo è necessario attribuire il reddito sulla base delle quote di proprietà di ciascun intestatario dell’immobile.

Affitto appartamento cointestato da più eredi: come regolarsi in caso di sfratto
Quando ci sono due o più persone che hanno a che fare con l’affitto di un appartamento cointestato è naturale, da parte loro se non hanno conoscenze tecniche in tema di diritto immobiliare, domandarsi quali siano le indicazioni da seguire nel momento in cui dovesse presentarsi la necessità di sfrattare l’inquilino dell’immobile.
A tal proposito è bene ricordare che, nel momento in cui sussistono le condizioni per intentare la causa di sfratto, anche solo uno dei comproprietari ha la facoltà di procedere in merito. Parliamo infatti, dal punto di vista legale, di un atto di ordinaria amministrazione dell’unità immobiliare.
La disdetta del contratto di affitto
Come è chiaro da queste righe, sono diversi gli aspetti tecnici con i quali si ha a che fare nel momento in cui si chiama in causa l’affitto di un appartamento cointestato tra più persone. Nell’elenco, spicca il nodo della disdetta del contratto di locazione. A chi spetta occuparsi di ciò? La prima cosa da sapere in merito è che, nel caso in cui dovessero essere i proprietari a far partire la comunicazione di risoluzione del contratto, quest’ultima non deve essere firmata da tutti i contestatari dell’immobile.
Nelle situazioni in cui, invece, è l’inquilino a mandare la missiva per la disdetta, non è tenuto a inviarla a tutti i comproprietari della casa presso la quale non ha più intenzione di vivere in affitto.
La legge consente a solo uno dei comproprietari dell’appartamento di procedere alla disdetta. In caso di affitto di un appartamento cointestato tra più persone, una sola di loro può procedere alla disdetta del contratto di locazione senza avvisare le altre. I comproprietari non coinvolti hanno ovviamente la facoltà di chiedere un risarcimento a chi si è occupato della sopra citata disdetta.
Concludiamo facendo presente che, nel caso in cui uno dei comproprietari dovesse giudicare l’affitto di un appartamento cointestato troppo complicato da gestire o rischioso e decidere di chiamarsene fuori, avrebbe la possibilità di farlo ricorrendo alla divisione del bene.

Ciò vuol dire, in concreto, che si dovrebbe procedere all’assegnazione dell’intera proprietà a una sola persona. Quest’ultima, è poi obbligata a liquidare agli altri intestatari la loro quota in denaro. Un’altra alternativa percorribile è quella della vendita dell’immobile e della divisione del ricavato.