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Locazioni in Italia nel 2023: canoni e domande in crescita ma stock immobiliare scarso

Last Updated on Marzo 28, 2024

Sono stati resi pubblici di recente i dati sugli affitti in Italia nel 2023, un quadro analizzato da Crif e Nomisma, i cui esperti hanno lavorato in collaborazione con Confabitare.

Il quadro del mercato degli affitti nel nostro Paese ha visto, lo scorso anno, un quadro all’insegna dell’aumento della domanda, dell’incremento dei canoni e dello scarso stock immobiliare.

La congiuntura economica non semplice rende spesso il settore di difficile accesso – abbiamo parlato pochi giorni fa dei canoni sempre più alti nelle grandi città italiane – e aumenta le difficoltà dei locatari, che temono il problema delle morosità (scopri qui i vantaggi della nostra formula Protezione Zappyrent, che ti garantisce il pagamento del canone anche in caso di mancato versamento da parte dell’inquilino).

Case in affitto: i numeri in Italia

Secondo i dati dell’Osservatorio Affitti 2023, circa il 10% dello stock immobiliare in Italia è in questo momento occupato da inquilini che hanno sottoscritto un regolare contratto di locazione.

Lo stock di immobili disponibili per chi è alla ricerca di affitti in Italia è pari all’11%. Come già accennato, si tratta di un quadro all’insegna della scarsità dell’offerta.

Questo dato, considerato insieme con l’inflazione, ha comportato un incremento dei canoni di locazione nel 2023. La crescita precisa è stata pari al 2,1%. Tra le varie città monitorate è stato possibile riscontrare una forte variabilità. Giusto per citare due esempi, ricordiamo il -1,3% di Messina e il picco, superiore al 5%, di Perugia.

Nel 2023, Nomisma ha stimato un numero medio di richieste di immobili in locazione superiore a 700.000. Rispetto al 2022, l’interesse verso l’affitto è cresciuto di tre punti percentuali. 

Come ricorda sempre il rapporto di Nomisma, lo scorso anno sono state circa 48mila le famiglie che hanno rinunciato ad acquistare casa qui abbiamo parlato dei numeri in decrescita delle compravendite immobiliari lo scorso anno – virando verso l’affitto a medio e lungo termine. 

Davanti a questi numeri, quando si parla di mercato degli affitti in Italia è opportuno parlare di blocco più che di saturazione.

Per avere un’idea completa della situazione, è il caso di citare anche la crescita delle locazioni transitorie che, nonostante la perdita di quota in grandi città come Milano, rimangono all’insegna dei numeri importanti.

Case in affitto in Italia: perché i proprietari sono sempre più restii alla firma di contratti a lungo termine?

Un nodo importante da sciogliere quando si discute di affitti in Italia è quello dei proprietari sempre più restii a destinare i propri immobili ad alloggi per gli affitti a lungo termine. 

Numeri alla mano, è su questa lunghezza d’onda circa il 30% di chi possiede una casa nel nostro Paese.

Come mai? Premettendo il fatto che sono soprattutto i proprietari di due case, tra cui quella usata per le vacanze, a vedere con perplessità la possibilità di adibirla a immobile per gli affitti a lungo termine, si rammenta che, tra le motivazioni, spiccano le esperienze negative passate.

Il 40% dei proprietari inclusi nel campione da parte di Nomisma e Crif ha affermato di avere alle spalle problematiche nei pagamenti o ingiunzioni di sfatto, tutti fattori che portano a desistere dal proporre la propria casa sul mercato degli affitti in Italia e, in particolare, su quello delle locazioni a medio e lungo termine.

Morosità: un problema sempre più rilevante (ma risolvibile)

Sono passati anni dal periodo nero della pandemia. Nonostante questo, la morosità nel mondo degli affitti in Italia continua ad avere numeri importanti. Dati dell’Osservatorio alla mano, circa 1/3 dei locatari ha affermato di avere avuto a che fare con questo problema (scopri come, grazie all’algoritmo di screening Zappyrent, che prevede un’analisi scientifica del merito creditizio degli inquilini, è possibile scongiurare il rischio).

In media, si parla di un numero di mensilità compreso fra le 2 e le 4.

Gli affittuari stessi – il 13% di quelli inclusi nel campione da parte di Nomisma e Crif afferma di aver saltato almeno un pagamento – ammettono le loro difficoltà.

Le cause della morosità sono svariate e comprendono, per esempio, l’arrivo di spese impreviste. Questo fattore influisce sulla solvibilità soprattutto dei liberi professionisti e dei piccoli imprenditori che, molto spesso, hanno a che fare con una forte discontinuità nelle entrate economiche.

In un caso su tre, la morosità è risultata legata a temporanee difficoltà economiche, come per esempio la perdita del lavoro.

L’Osservatorio mostra un quadro che vede in primo piano il 50% circa dei proprietari che, in caso di morosità, attendono prima di procedere con le azioni legali.

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Le soluzioni per risolvere il problema della morosità sono sempre più al centro dell’attenzione quando si apre l’ampio capitolo degli affitti in Italia. Tra la revisione del canone concordato in una città grande e sempre più inaccessibile come Milano, alla nostra formula Protezione Zappyrent – come già detto, hai la certezza del pagamento del canone tutti i mesi – fino al servizio AFFITTABILE di Crif, oggi come oggi i proprietari hanno dalla loro decisamente più strumenti rispetto al passato.