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Canone concordato a Milano: le novità per proprietari e inquilini

Last Updated on Settembre 13, 2023

Canone concordato a Milano: come potrebbero influire i nuovi accordi sulla situazione degli affitti nel capoluogo lombardo? Quando si parla di locazioni a Milano, si sa perfettamente che la situazione non ha eguali. Il quadro del caro affitti sotto la Madonnina ha creato quello che, a ragione, si può definire come un circolo vizioso. I prezzi richiesti al mese sono talmente onerosi da rendere difficile, per i proprietari degli immobili che scelgono di metterli a reddito, la scelta del canone concordato.

Il risultato? I prezzi degli affitti che continuano a salire, portando sempre più persone a guardare verso gli immobili dell’hinterland. In questo contesto, è arrivata una novità degna di nota: il nuovo accordo per il canone concordato sottoscritto lo scorso 27 luglio. Cosa prevede? Ha le carte in regola per rappresentare un fattore in grado di cambiare le cose dal punto di vista del caro affitti nella città della moda? Vediamo assieme le risposte nelle prossime righe.

Contratto a canone concordato: cosa prevede?

Prima di entrare nel vivo del possibile impatto del nuovo accordo per il canone concordato a Milano, vediamo di cosa si parla quando si chiama in causa la suddetta tipologia di contratto.

Disciplinato dalla Legge 431/98, il canone concordato è vantaggioso sia per il locatore, sia per il locatario. Nel primo caso, è possibile apprezzare aspetti positivi come la cedolare secca al 10%, la riduzione dell’IMU e quella della base del reddito imponibile IRPEF, senza dimenticare quella dell’imposta di registro.

Il canone concordato è oggetto di periodiche revisioni frutto della sottoscrizione di accordi locali che coinvolgono gli organi di rappresentanza degli inquilini e dei proprietari.

Queste ultime, accordandosi, fissano i valori del canone di locazione concordato sulla base di criteri come la zona della città e le condizioni dell’immobile dove la casa si trova.

Tabelle del canone a Milano: l’aggiornamento del 2023

Con lo scopo di incentivare i proprietari di immobili sotto la Madonnina a fare ricorso al canone concordato – i numeri in città sono a dir poco bassi, pari a 800 contratti nel 2022 contro i più di 35mila a canone libero – è stato siglato l’accordo sopra menzionato.

Quando lo si chiama in causa, è necessario rammentare il suo essere caratterizzato innanzitutto da una revisione dei prezzi degli affitti, più bassi del libero mercato. La città è divisa in cinque zone, con una riduzione rispetto al passato (nel 2019 erano 12). Ciascuna di esse, prevede tra fasce di quotazione entro le quali fissare il canone per il proprio immobile da mettere in affitto (ovviamente, come già accennato, è necessario tenere in considerazione le caratteristiche dell’immobile stesso).

Ecco i limiti del canone nelle varie zone:

  • Zona 1: canone minimo di 100 euro annui al metro quadro e massimo di 310;
  • zona 2: canone minimo di 70 euro all’anno al metro quadro e massimo di 180;
  • zona 3: canone concordato minimo di 60 euro annui/metro quadro e massimo di 170;
  • zona 4: canone minimo di 55 euro annui al metro quadro e massimo di 160;
  • zona 5: canone minimo di 50 euro all’anno/mq e massimo pari a 130.

La grande novità di questo accordo sul canone concordato a Milano riguarda l’introduzione di tariffe forfettarie per il canone di affitto della stanze date in locazione agli studenti, le cui proteste, negli ultimi mesi, hanno tenuto banco a livello mediatico.

I limiti massimi sono i seguenti:

  • Zona 2: 600 euro mensili;
  • zona 3: 500 euro mensili;
  • zona 4: 450 euro mensili;
  • zona 5: 400 euro mensili.

Aliquota IMU del canone concordato a Milano: a quanto corrisponde?

Proseguiamo il nostro percorso di analisi delle novità relative al canone concordato a Milano parlando dell’aliquota IMU che, per i proprietari che scelgono la strada oggetto di questo articolo, è agevolata. A quanto corrisponde? All0 0,73%.

L’aliquota IMU agevolata non è la sola innovazione tramite la quale si punta ad alzare i numeri del canone concordato a Milano. Il nuovo accordo prevede, per esempio, la riduzione del 30% della base di reddito imponibile a partire dalla quale si calcola l’imposta di registro.

Altre novità

Le novità riguardanti l‘accordo per il canone concordato a Milano comprendono anche un contributo una tantum pari a 2000 euro per ciascun contratto di locazione immobiliare sottoscritto optando per il canone concordato.

Per rendere attrattiva questa soluzione, sono previsti pure un contributo economico per le ristrutturazioni edilizie – l’ammontare è 4000 euro – e un fondo di garanzia per le morosità, con copertura fino a 18 mesi.

L’accordo sottoscritto lo scorso 27 luglio, per il quale è prevista una durata triennale e la possibilità di applicazione anche da parte dei Comuni della città metropolitana, sarà sufficiente a risolvere le numerose problematiche che caratterizzano il quadro delle locazioni nel capoluogo lombardo?

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I commenti

In diversi hanno commentato la news dell’accordo sul canone concordato a Milano. Tornando un attimo ancora sulle novità, è possibile menzionare pure l’introduzione, mai vista prima, di regole per la locazione transitoria destinate a organizzazioni non profit che accolgono nuclei familiari che vivono una situazione di emergenza abitativa dovuta a crisi umanitarie (profughi, richiedenti asilo, migranti, rifugiati politici etc.).

Tra gli aspetti più apprezzati spicca la già citata riduzione delle zone – la suddivisione specifica si può vedere sul sito del Comune – ma anche il focus sulle caratteristiche dell’immobile, aspetto che concorre, assieme alla zona in cui è collocato, a definirne il valore di mercato.

Da parte dei sindacati, è arrivato un plauso all’accordo, che viene considerato come una possibile strada per arginare un quadro per il quale è stato utilizzato il termine “speculazione”.

Pierfrancesco Maran, assessore alla casa, parlando dell’accordo nel corso delle dichiarazioni rilasciate ai media ha sottolineato l’importanza della semplificazione delle procedure, step fondamentale “per permettere a un numero sempre maggiore di cittadini di conoscere e utilizzare lo strumento del contratto di locazione a canone concordato”.