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Superbonus 90%: a quanto ammonta il contributo a fondo perduto e cosa succederà nel 2024

Last Updated on Luglio 16, 2024

Il 31 ottobre scorso, è finito il periodo utile per le richieste di accesso ai contributi a fondo perduto previsti per chi ha un reddito basso e ha effettuato, ricorrendo al Superbonus 90%, interventi su edifici unifamiliari. Il Fisco ha recentemente reso noto l’ammontare di questo contributo.

A fornire tutte le informazioni in merito ci ha pensato, venerdì 24 novembre 2023, l’Agenzia delle Entrate con il provvedimento del direttore n. 411179/2023.

Introdotto dall’articolo 1, comma 3, del Decreto Aiuti Quater e caratterizzato da un plafond di 20 milioni di euro, il sussidio in questione, come evidenziato dal sopra menzionato provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate, potrà essere fruito al 100%.

Ciò risulta possibile in quanto l’ammontare dei contributi per cui sono state mandate le domande risulta inferiore al plafond stanziato dal legislatore lo scorso anno.

appartamento-in-affittoSuperbonus al 90%: cosa sapere sul contributo a fondo perduto

Nel provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate, si chiamano in causa i riferimenti normativi del Decreto Aiuti Quater e si ricorda che, con decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze risalente al 31 luglio 2023, è stata individuata la platea dei beneficiari dei contributi a fondo perduto. Il secondo decreto menzionato ha definito le linee guida anche per quel che concerne le spese ammesse e le modalità di erogazione del sussidio.

Si è poi giunti, come rammentato sempre dall’Agenzia delle Entrate, al provvedimento 332648, che ha stabilito sia i limiti temporali per l’invio delle istanze, sia le modalità di definizione dell’ammontare del contributo stesso.

Chiarito tutto ciò, vediamo come cambierà, il prossimo anno, il Superbonus 90%. 

Le novità per il 2024

Per il Superbonus 90%, sono previste novità per il 2024. La prima cosa da dire al proposito è che i lavori sulle unità immobiliari non saranno più finanziati tramite le detrazioni fiscali. 

Verranno invece effettuati dalle Esco, ossia società di servizio del settore energetico. Alla base di tutto ci sarà un accordo con un partner operativo. La sua individuazione spetterà all’esecutivo.

I fondi sono stati ricavati da una revisione del Pnrr, inizialmente proposta dal Governo Meloni e successivamente approvata dalla Commissione. Il loro ammontare è pari a 1,38 miliardi di euro. Parte di questa somma verrà utilizzata anche per lavori di efficientamento degli immobili di edilizia popolare e sociale.

Le misure per le famiglie con reddito basso

Anche nel 2024, il Superbonus 90% sarà caratterizzato dalla presenza di attenzioni specifiche dedicate alle famiglie in situazione di disagio economico.

Nello specifico, un terzo delle risorse stanziate verrà messo a disposizione dei nuclei familiari a basso reddito interessati a fare lavori di rinnovamento su appartamenti situati in contesti condominiali.

Tenendo conto del fatto che, il prossimo anno, le detrazioni per i lavori finalizzati al miglioramento dell’efficienza energetica si riducono al 70% e che non si parlerà più di sconto in fattura e, come ben si sa, neppure di cessione del credito, il vecchio schema del Superbonus diventa di difficile accesso per i nuclei con redditi bassi.

La conseguenza? L’impossibilità di procedere con i lavori pure nelle altre unità immobiliari presenti in condominio. Per l’entrata in funzione del nuovo assetto dell’agevolazione, bisognerà attendere l’inizio del 2025, annata che vedrà la percentuale di detrazione fiscale sui lavori perdere ulteriormente quota e scendere al 60%.

Per la metà del 2024, è prevista la definizione, da parte dell’esecutivo, sia dei meccanismi finanziari, sia dei criteri per gli interventi, senza dimenticare la definizione dei sopra menzionati partner operativi. Il loro compito sarà molto importante e riguarderà proprio la gestione delle risorse.

Efficientamento energetico e misure di sicurezza sismica: come cambierà il sistema degli incentivi

Le risorse economiche, che saranno usufruibili sotto forma di garanzie, ma anche di prestiti a tasso agevolato, verranno erogate alle Esco, realtà che, nella nuova forma del Superbonus 90%, si occuperanno della concreta realizzazione degli interventi.

Gli accordi tra Roma e l’Unione Europea prevedono, inoltre, l’intervento di un comitato composto da membri indipendenti – rispetto all’esecutivo italiano – che si occuperà di prendere le decisioni finali sugli investimenti che devono essere finanziati.

Questo potrebbe essere il tassello iniziale del nuovo sistema di incentivi dedicati ai lavori di efficientamento energetico e di sicurezza sismica sul quale sta lavorando l’esecutivo, sempre con l’obiettivo di mettere definitivamente fine alla “stagione” del Superbonus 110%.

Il capitolo in questione è ormai chiuso, ma rimane concreto l’impegno riguardante la riduzione dei consumi energetici.

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Direttiva europea sulle case green: cosa aspettarsi nelle prossime settimane

Parlare di efficientamento energetico e di strumenti che, come il Superbonus 90%, permettono di migliorarlo, vuol dire aprire la parentesi relativa alla direttiva europea sulle case green.

Il uso iter, nei mesi scorsi, è stato caratterizzato da diverse battute d’arresto. Per vedere come si evolverà la situazione, bisogna aspettare il prossimo 7 dicembre, giorno del voto finale presso il Parlamento Europeo.

Rispetto al testo iniziale, sono stati “ammorbiditi” alcuni punti, ma le criticità per l’Italia rimangono.

Gli edifici di cui sarà obbligatorio migliorare l’efficienza energetica saranno, infatti, circa 5 milioni su tutto il territorio nazionale.

Il Superbonus 110%, a fronte di costi rilevanti, che a fine ottobre hanno sforato il tetto dei 92 miliardi di euro, ha permesso di adeguarne circa 430 mila. Questi numeri hanno rappresentato il fattore principale che ha spinto l’esecutivo a eliminare la proroga.

La decisione in questione, però, potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio a breve. Per rendersene conto, basta ricordare che, da qui a fine dicembre, nei condomini restano ancora lavori per un ammontare di oltre 13 miliardi di euro.

Quelli che verranno posticipati al 2024 potranno, come già detto, fruire di una detrazione pari non al 110%, ma al 70. Spetterà ai singoli condomini colmare la differenza.

Nel frattempo, da parte del mondo dei costruttori edili sale l’auspicio di una proroga del Superbonus 110% per i lavori in corso, anche se rimane da risolvere il problema dei crediti, il cui acquisto non interessa più a nessuno.

Proprietario di casa?

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