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In arrivo nuove regole UE sui contratti di locazione brevi

Last Updated on Luglio 16, 2024

Per il mercato degli affitti brevi potrebbero arrivare, nel prossimo futuro, dei grandi cambiamenti. Se, per il contesto italiano, si parla di un incremento al 26% della cedolare secca sulle locazioni a breve termine delle seconde case per via delle novità della Legge di Bilancio, degne di nota sono pure le decisioni che vengono prese nei palazzi di Bruxelles.

appartamentoinaffittoLo scorso 15 novembre, il Parlamento Europeo ha concluso un accordo provvisorio con i rappresentanti della presidenza spagnola del Consiglio Europeo. L’accordo in questione è relativo alla condivisione dei dati inerenti i servizi che si occupano della gestione dei contratti di alloggio a breve termine nei Paesi comunitari.

In una nota resa pubblica il 16 novembre scorso, il Parlamento Europeo, l’iniziativa sopra menzionata ha due obiettivi.

Il primo è quello di promuovere, per le piattaforme che si occupano di intermediazione nel mondo degli affitti brevi, un’economia all’insegna della trasparenza. Il secondo, invece, l’arrivo a norme comuni per quanto riguarda la registrazione e l’identificazione sia degli host, sia degli immobili di loro proprietà.

Come già accennato, si tratta di un accordo di tipo informale. Prima di divenire legge, è necessario che venga adottato sia dal Consiglio Europeo, sia dal Parlamento.

Una volta entrata in vigore la legge, ai Paesi membri UE restano 24 mesi di tempo per adeguare le proprie infrastrutture di registrazione.

Semplificazione della registrazione

Tra i possibili cambiamenti che potrebbero riguardare il quadro degli affitti brevi a livello europeo e che sono contenuti nell’accordo troviamo una semplificazione del processo di registrazione degli host.

La registrazione, secondo quanto previsto dall’accordo provvisorio, dovrebbe essere gratuita o disponibile a un prezzo accessibile. Una volta finalizzata la procedura, all’host verrà assegnato un numero di registrazione. Grazie ad esso, avrà la possibilità di affittare l’immobile di sua proprietà.

In tal modo, le autorità competenti avranno la possibilità sia di conoscere l’identità dell’ospite, sia di verificare diverse informazioni che lo riguardano.

appartamento-in-affittoSempre in caso di conversione dell’accordo, oggi provvisorio, in legge, spetterebbe alle piattaforme che si occupano di fornire servizi di intermediazione nel campo degli affitti brevi permettere ai singoli utenti, attraverso il numero di registrazione dell’host, di identificare gli immobili negli annunci.

La nota parla della necessità, da parte delle piattaforme, di impegnarsi con sforzi ragionevoli nella conduzione di controlli casuali sulle informazioni fornite dagli host che ricorrono agli affitti brevi per mettere a reddito il proprio immobile.

La trasmissione dei dati

L’accordo provvisorio raggiunto da Parlamento Europeo e Presidenza spagnola del Consiglio Europeo prevede pure l’istituzione, per gli Stati Membri, di un singolo punto di accesso digitale.

Tramite quest’ultimo, sarà possibile reperire tutti i dati delle piattaforme per quanto riguarda l’attività degli host nel campo degli affitti brevi. Tra le informazioni in questione è possibile citare l’indirizzo dell’immobile, il numero di registrazione, l’URL nell’elenco. La ricezione elle informazioni dovrebbe avvenire su base mensile.

Le possibili novità non finiscono qui: da ricordare, per esempio, è la possibile applicazione di un regime meno oneroso per le piattaforme che, in media, ospitano 4250 inserzioni (ma anche meno).

La raccolta dei dati sopra menzionati dovrebbe servire alla compilazione di statistiche e a dare modo alle pubbliche autorità locali di procedere, quando serve, al miglioramento dei servizi turistici.

Il commento dell’eurodeputata

Nelle scorse settimane, l’accordo provvisorio è stato commentato su più fronti. A esprimersi in merito è stata anche l’Eurodeputata delle file dei verdi Kim van Sparrentak. 

La politica olandese, ha posto l’accento sul fatto che, oggi come oggi, le città sono alle prese con un numero altissimo di affitti brevi, spesso illegali, situazione che crea pressione e compromette sia la vivibilità dei centri urbani, sia l’accessibilità economica delle locazioni a medio e a lungo termine.

Ha altresì precisato che, fino ad ora, le piattaforme si sono rifiutate di condividere i dati per permettere di applicare le norme legali. Con questa legge, ha precisato, si metterebbe la parola fine a tutto ciò, ripristinando la legalità nelle città.

appartamentoinaffitto

A questo punto, si attende il ritorno dell’accordo provvisorio al Parlamento Europeo che, insieme con il Consiglio degli Stati Membri, dovrebbe dare il via libera per la conversione in legge.

La situazione nei vari Stati europei

Le possibili nuove regole sugli affitti brevi porterebbero omogeneità in un contesto comunitario che, oggi come oggi, vede gli Stati muoversi in maniera diversa. Facendo qualche esempio concreto, è possibile chiamare in causa la Francia, dove chi opta per gli affitti brevi riceve un numero collegato al proprio annuncio online.

A livello nazionale, si distingue il caso di Parigi, dove le regole sono più severe rispetto alle altre zone del Paese. Si può scegliere la strada degli affitti brevi per mettere a reddito gli immobili di proprietà, ma per soli 120 giorni all’anno.

Se si intende affittare una seconda casa o superare il suddetto limite temporale, è necessario convertire l’immobile in una vera e propria struttura ricettiva.

La procedura appena descritta ha uno scopo ben preciso, ossia contrastare gli affitti illegali – esiste anche un’unità ad hoc – in una città che, ormai da anni, sta vivendo una forte crisi abitativa.

Degno di nota è altresì il caso del Portogallo, dove, da parte del Primo Ministro Antonio Costa, nei mesi scorsi sono state emanate diverse misure che, a ragione, possono essere definite dei giri di vite sugli affitti brevi. 

Considerando la presenza, rilevata dai dati del censimento del 2021, di circa 720.000 abitazioni libere nel Paese, e l’esigenza di contrastare l’aumento dei canoni a lungo termine, è stata decisa la cessazione del rilascio di nuove licenze per Airbnb. L’unica eccezione? Gli immobili che si trovano in aree rurali.

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