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Direttiva Europea sulle Case Green, arriva il voto finale: l’impatto sugli immobili italiani

Last Updated on Maggio 29, 2024

Dopo un anno circa dalla presentazione del testo iniziale, è giunto alla fine il percorso di perfezionamento e approvazione della cosiddetta Direttiva Europea sulle Case Green.

Per l’EPDB, acronimo per Energy Performance of Buildings Directive, è arrivato il voto finale. Manca, a questo punto, l’approvazione formale da parte del Consiglio Europeo. Questo step precede la pubblicazione e l’entrata in vigore di una direttiva destinata a scrivere la storia, in UE, del rapporto tra edilizia abitativa e sostenibilità.

Ormai da mesi, è forte l’interesse su come la direttiva potrebbe impattare sugli immobili in Italia. Scopriamo qualcosa di più sul tema nei prossimi paragrafi dell’articolo!

Cosa prevede la Direttiva Europea sulle Case Green: le possibili conseguenze per lo stock immobiliare italiano

L’entrata in vigore della Direttiva Europea sulle Case Green impatterà, nel nostro Paese, su un numero di edifici sia pubblici sia privati compreso tra i 5,5 e i 7,6 milioni. Queste sono le cifre stimate per quanto riguarda gli immobili che, ad oggi, si trovano in una situazione energetica che verrà considerata come non adeguata.

I dati in questione, resi pubblici nei giorni scorsi dagli esperti di Unimpresa e Filea Cgil, riguardano gli immobili annoverati nelle classi energetiche più basse, ossia la F e la G.

Il quadro in questione viene messo in primo piano all’indomani dell’approvazione di un testo che, come ben si sa, guarda al 2050 come anno limite per arrivare al traguardo delle emissioni zero di gas serra da parte degli edifici UE.

Gli step dei prossimi anni

Ripassiamo un attimo quali sono gli step previsti nei prossimi anni dalla Direttiva Europea sulle Case Green. Una delle deadline stabilite dai legislatori comunitari è il 2030, anno in cui gli immobili di nuova costruzione e legati all’edilizia privata dovranno garantire l’assenza di emissioni di gas serra nell’atmosfera.

Per gli edifici pubblici, invece, l’obiettivo appena menzionato dovrà essere raggiunto nel 2028. Sempre nel 2030, è previsto l’inizio dell’obbligo di dotare gli edifici pubblici non residenziali di pannelli solari.

Direttiva Europea sulle Case Green in Italia: quanto inquinano le case nel nostro Paese oggi?

Per capire come potrebbe impattare la Direttiva Europea sulle Case Green in Italia, è utile ricordare anche che, ad oggi, il parco edilizio contribuisce per il 12,5% ai numeri delle emissioni dei gas serra.

Spostando il focus sul solo territorio lombardo, è possibile accorgersi che, quando si parla di polveri sottili nell’atmosfera, il contributo del parco edifici ha un peso del 52% circa.

La discussione è davvero ampia e abbraccia, già da un paio d’anni, anche i prezzi delle case. Gli immobili di classe G, infatti, sono interessati da un calo delle quotazioni pari, in media, al 25%.

Stock immobiliare italiano: i dati Istat su età e classe energetica

I dati Istat ci forniscono ulteriori parametri sull’impatto che avrà, sullo stock immobiliare italiano, la futura entrata in vigore della Direttiva Europea sulle Case Green. 

Nel nostro Paese, l’82% degli immobili sono a destinazione residenziale. Parliamo, numeri alla mano, di circa 12 milioni di edifici. Secondo i parametri dell’Enea, 6 su 10 sono estremamente energivori – classe G o classe E – e hanno un’età attorno ai 60 anni.

I costi previsti per i prossimi anni e le soluzioni per finanziarli

Secondo la Commissione Europea, per i prossimi anni sono previsti investimenti attorno ai 275 miliardi di euro annui per adeguare alle indicazioni della Direttiva Europea sulle Case Green il parco immobiliare italiano e degli altri Paesi UE. 

Rispetto alle risorse attualmente stanziate nell’ambito dell’adeguamento energetico degli immobili, si parla di 152 miliardi di euro in più all’anno. Ad oggi, non è prevista l’erogazione di fondi dedicati. I Paesi, però, avranno la possibilità di accedere a diversi fondi europei, tra cui il Fondo Sociale per il Clima e il Recovery Fund.

I 27 Paesi UE – a livello comunitario, circa il 60% delle abitazioni è da ristrutturare da qui al 2050 – avranno a disposizione un biennio per presentare i vari piani nazionali e i cronoprogrammi finalizzati  al raggiungimento degli obiettivi messi in primo piano nella Direttiva.

La road map dei prossimi anni

Entrando nel vivo delle tappe previste per i prossimi anni, ricordiamo che, entro il 2030, i condomini in Italia dovranno ridurre del 16% le loro emissioni inquinanti nell’atmosfera. 

I singoli Paesi UE potranno decidere come muoversi, al netto dell’obbligo di effettuare i lavori su almeno il 43% degli edifici caratterizzati dalle prestazioni energetiche peggiori. 

Gli interventi che sarà necessario mettere in agenda sono quasi sempre gli stessi che, in questi anni, hanno beneficiato del Superbonus. Parliamo quindi di cappotto termico, sostituzione della caldaia – dal 2040, arriverà lo stop di quello a gas – e installazione di infissi sostenibili.

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