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Superbonus, il problema dei cantieri condominiali incompiuti: le richieste dell’ANCE

Last Updated on Gennaio 23, 2024

Il tema del Superbonus, interessato da diversi cambiamenti a seguito dell’approvazione della Legge di Bilancio, continua a tenere banco. Tra gli aspetti che, in questi giorni, sono maggiormente al centro dell’attenzione c’è la questione dei cantieri condominiali incompiuti.

Lo scorso 16 gennaio, presso la Commissione Finanza della Camera dei Deputati si è tenuta un’audizione condotta da ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili).

A presiederla, la Presidentessa ANCE Federica Brancaccio. In questa occasione, è andata avanti la discussione inerente il Decreto Salva Bonus, ossia il Decreto Legge 212/2023.

Da parte di ANCE, è stata espressa viva preoccupazione per i già citati cantieri condominiali avviati e lasciati sospesi. Durante l’audizione, Federica Brancaccio ha posto l’accento sul fatto che il Decreto Salva Bonus avrebbe dovuto consentire, a fronte di interventi ormai avanti con il processo di realizzazione, il completamento nell’arco di massimo tre mesi e la possibilità di usufruire dell’aliquota del 110%, la prima messa in campo con il Superbonus.

L’obiettivo di tutto questo è stato fin da subito quello di prevenire disagi pratici nella cessione dei crediti, aspetto oggetto, nel corso degli ultimi mesi, di svariati cambiamenti normativi. Questi ultimi hanno causato considerevoli problemi in seno ai condomini e contestazioni tra studi di amministrazione e imprese.

Quanti sono i cantieri condominiali incompiuti?

A questo punto, è naturale chiedersi quanti siano i cantieri condominiali oggi incompiuti. La situazione appena descritta, una delle più grandi problematiche relative al Superbonus, riguarderebbe, secondo un monitoraggio a cura dell’ENEA e del Ministero dell’Ambiente, circa 40000 edifici sul territorio nazionale. Sono oltre 350 mila le famiglie coinvolte.

Sempre secondo il suddetto monitoraggio, il valore complessivo dei contratti si aggirerebbe attorno ai 28 miliardi di euro.

ANCE: il rischio di non vedere concludersi i lavori già iniziati

Da parte di ANCE, è arrivato un allarme sul rischio di non vedere concludersi i lavori ormai già avviati. Il rischio, inoltre, è quello di veder peggiorare i già citati contenziosi fra le amministrazioni di condominio e le imprese, con forte spreco dei soldi stanziati dallo Stato per finanziare gli incentivi dedicati al miglioramento dell’efficienza dello stock di edifici presenti a livello nazionale.

Dito puntato contro il Decreto salva-spese

A detta dei rappresentanti di ANCE, fortemente problematico si rivelerebbe l’impatto del cosiddetto Decreto salva-spese, dedicato proprio al legame tra il Superbonus e i lavori eseguiti in condominio. L’associazione parla del rischio della produzione di “scheletri urbani”, ponendo l’accento anche sulla forte probabilità di avere a che fare con il problema pratico dei tribunali intasati.

Le proposte di ANCE

ANCE, per evitare le derive ricordate nelle righe precedenti, ha avanzato due proposti. Ecco quali sono:

  1. Proroga del Superbonus fino alla fine del mese di febbraio: verrebbero mantenute le aliquote pari al 110 e al 90% – già previste, per amor di precisione, entro il 31 dicembre dello scorso anno  – e la proroga riguarderebbe i condomini e, in generale, gli edifici con 4 unità immobiliari massimo e un unico proprietario. Verrebbero coinvolti, inoltre, i lav ori per i quali sono state scelte le opzioni di cessione del credito e sconto in fattura, così come quelli arrivati, al 31 dicembre dello scorso anno, ad almeno il 60% del valore complessivo. Si darebbe così modo a chi ha già iniziato i lavori in condominio di arrivare a completarli senza intoppi.
  2. Emissione di un SAL straordinario: da ANCE è arrivata la richiesta, come alternativa alla proroga del Superbonus, di emissione di un SAL (Stato i Avanzamento dei Lavori) straordinario al 29 febbraio prossimo. Qualora si dovesse intraprendere questa strada, si includerebbero nell’ambito del Superbonus tutti i lavori giunti a compimento entro la sopra menzionata data. Interessante è ricordare che ciò accadrebbe anche in caso di mancato raggiungimento, da parte del SAL, delle percentuali minime previste dalla normativa vigente.

Secondo i membri di ANCE, con l’adozione delle misure appena elencate si riuscirebbe a venire incontro a circa 220 mila famiglie, evitando problemi a più o meno 25 mila cantieri. In tutti e due i casi, si paleserebbe la necessità di trovare la quadra tra i lavori ancora in corso legati al Superbonus e la sostenibilità economica degli incentivi statali.

Il punto di vista di Confedilizia

Sugli effetti dei cambiamenti riguardanti il Superbonus sui cantieri condominiali ancora in corso si è espressa pure Confedilizia. Anche il Presidente Giorgio Spaziani Testa si è espresso chiamando in causa il SAL, fondamentale, a suo dire, per far rientrare il maggior numero possibile di interventi sotto il cappello del Superbonus.

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La proposta di Confedilizia è frutto dell’analisi di recenti dati Enea e dalle stime dell’Associazione Proprietari di Casa che sottolinea come, al 31 dicembre 2023, circa il 15% dei lavori su condomini ammessi alla fruizione del Superbonus fossero ancora da realizzare. Nel caso delle villette, la percentuale è sensibilmente inferiore e pari al 5%.

In Commissione si è espresso anche Riccardo Alemanno, Presidente dei tributaristi. Da parte sua, è arrivato l’auspicio della concretizzazione di un intervento strutturale sulle agevolazioni che, a suo dire, non dovrebbero superare il 50%.

Il nodo degli emendamenti

Necessario a questo punto è chiamare in causa la presentazione di diversi emendamenti in sede di conversione del Decreto Legge Salva Superbonus in corso di discussione in Parlamento.

Una delle proposte, che ha visto il sostegno di tutti i gruppi politici, chiede l’estensione dei termini ai soggetti già beneficiari della deroga alla fine del 2022 – grazie ad essa, è stato possibile mantenere il 110% – e a chi ha portato a compimento il 70% dei lavori al 31 dicembre dello scorso anno.

Un ulteriore emendamento chiama in causa una proroga del Superbonus fino al 29 febbraio nei casi di completamento del 60% dei lavori al 31 dicembre 2023.