Bonus IVA case green, il Governo non lo conferma: i possibili effetti sul mercato immobiliare
Last Updated on Luglio 16, 2024
Il bonus IVA case green al 50% non è stato confermato dall’esecutivo in sede di approvazione della Legge di Bilancio che, da sempre, è un punto di riferimento utile per chi vuole capire quali bonus casa sono disponibili.
Le potenziali conseguenze sul mercato immobiliare
La scelta, da parte del Governo Meloni, di non confermare nella Legge di Bilancio 2024 il bonus IVA case green potrebbe avere delle conseguenze sul mercato immobiliare in Italia.
In particolare, a essere coinvolti sarebbero i potenziali acquirenti degli immobili in classe energetica A, che rappresentano solo il 12% dello stock immobiliare complessivo nel Paese, e in classe energetica B. Il motivo, presto spiegabile, è legato agli incentivi economici disponibili ridotti.
Si tratta, alla luce di quanto appena specificato, di una scelta normativa che appare in forte contrasto con il quadro della direttiva europea sulle case green. Quest’ultima, al centro di un percorso di approvazione ricco di ostacoli, prevede il raggiungimento di un traguardo delle zero emissioni per gli edifici dei Paesi UE, residenziali prima di tutto, e specifiche deadline per quanto riguarda il raggiungimento di classi energetiche sostenibili.
A cosa serviva il bonus IVA case green?
Il bonus IVA case green era un’agevolazione inserita in un quadro complessivo di misure finalizzate a migliorare il livello di sostenibilità di edifici e ambiente. Nello specifico, si sostenevano interventi aventi lo scopo di migliorare le prestazioni energetiche degli edifici grazie a pannelli fotovoltaici, infissi maggiormente performanti e in grado di garantire un isolamento termico migliore, sistemi di riscaldamento efficienti e con un basso impatto ambientale, sistemi sostenibili per la gestione dell’acqua.
Valido dal 1° gennaio al 31 dicembre dello scorso anno, il bonus IVA case green prevedeva una detrazione del 50% dell’appena menzionata imposta, dovuta solo in caso di case comprate dal conduttore, sull’acquisto di immobili a destinazione residenziale rientranti nelle categorie A1, A2, A3, A4 e B. Per la classificazione energetica, faceva fede l’attestato di prestazione energetica. Inoltre, non era prevista alcuna distinzione fra prima e seconda casa.
Ai tempi, l’Agenzia delle Entrate fornì una specificazione relativa alle pertinenze, sottolineando che l’agevolazione riguardava anche l’IVA pagata per queste ultime.
Condizione necessaria, però, è quella dell’acquisto avvenuto attraverso un unico atto e con inclusione dell’abitazione principale (la condizione doveva essere esplicitata nell’ambito del rogito notarile).
Ricordiamo altresì che il bonus IVA case green poteva essere cumulato con altre agevolazioni sulle imposte IRPEF, con grandi vantaggi per i contribuenti.
Un’agevolazione durata solo un anno
Il bonus IVA case green, la cui introduzione è stata fortemente voluta dai costruttori, è durato, di fatto, solo un anno. Già lo scorso mese di ottobre si parlava, salvo proroghe dell’ultimo minuto, di una sua mancata conferma in Legge di Bilancio. A destare sorpresa da diverse parti è stata la mancata proroga nonostante i costi ridotti, pari a soli 15 milioni sulla base delle coperture ufficializzate tramite la Manovra dell’anno scorso.
Non cedibile come ricordato anche in questo articolo del Corriere della Sera, il bonus IVA case green si basava su un principio di cassa. Ciò vuol dire che erano ammesse solo le somme versate, sia come acconto, sia come saldo, nel corso del 2023.
Si è trattato, di fatto, di una misura venuta incontro a chi si trovava a pagare un’imposta estremamente onerosa. Non dimentichiamo, infatti, che l’IVA, cosa che non accade con l’imposta di registro, viene calcolata sul prezzo effettivo di vendita dell’immobile.
Classe energetica determinante in fase di acquisto
La discussione apertasi dopo l’addio ufficiale al bonus IVA case green e l’attenzione puntata su Bruxelles e sulla direttiva europea per gli edifici a zero emissioni portano a riflettere, per forza di cose, sul ruolo della classe energetica dell’immobile.
Secondo un recente studio, questo fattore è tra quelli che più influenzano le decisioni di chi sta acquistando una casa. A ricordarlo è Wikicasa, che ha analizzato le ricerche fatte dagli italiani sui portali di annunci immobiliari. Negli ultimi tempi, è emerso un aumento del 72,5% circa delle ricerche di immobili ad efficienza energetica alta.
Si tratta, ribadiamo, di parametri di scelta più che comprensibili. La deadline del 2030, anno entro il quale l’UE mira a ridurre le emissioni di gas effetto serra da parte del suo parco edifici, è dietro l’angolo.
La sfida è ardua per il nostro Paese che, come più volte ribadito in questi ultimi mesi anche da diversi esponenti politici, ha uno stock immobiliare dove a dominare sono gli edifici storici.
In merito all’efficienza energetica degli immobili in Italia, è doveroso citare un dato interessante. Grazie agli incentivi degli ultimi anni – tra cui il bonus IVA case green oggetto di questo articolo – è praticamente raddoppiato, nel nostro Paese, il numero di case “usate” altamente sostenibili. Numeri alla mano, nel 2019 erano l’1,25%. Nel 2023, invece, il 3,04.
I dati in questione fotografano un mercato immobiliare dove è sempre più alta l’attenzione alla qualità su tutti i fronti, sia per quanto riguarda la domanda, sia per quel che concerne l’offerta.
In un periodo come questo che vede un focus sempre più alto sugli acquisti immobiliari come investimento da far fruttare nel tempo – vantaggiosa a tal proposito può rivelarsi la scelta di proporre la casa sul mercato delle locazioni a lungo termine, oggi meno rischiose grazie a strumenti come la formula Protezione Zappyrent – un immobile di classe energetica alta ha indubbiamente la sua attrattiva, che può essere sfruttata grazie agli incentivi confermati, tra cui l’ecobonus.