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Direttiva europea sulle case green, accordo raggiunto: ecco cosa cambia

Last Updated on Dicembre 15, 2023

Dopo un iter ricco di traversie, nella giornata del 7 dicembre 2023 è stato raggiunto, da parte di Parlamento Europeo, Consiglio e Commissione Europea un accordo sulla cosiddetta direttiva europea sulle case green.

L’EPBD (Energy Performance of Buildings Directive), facente parte del pacchetto Fit for 55, ha avuto da sempre lo scopo di fissare parametri di sostenibilità per gli edifici esistenti e per quelli nuovi nei Paesi UE.

L’obiettivo finale è una riduzione drastica dei consumi. C’è una data, ed è quella del 2050: entro l’anno in questione, si punta a un parco immobiliare a zero emissioni nel territorio UE.

La situazione attuale, secondo diversi studi, vede gli edifici responsabili di circa il 40% dell’energia che viene consumata e del 36% delle emissioni, sia dirette, sia indirette, di gas serra in Unione Europea.

La revisione e le indicazioni più morbide

La direttiva europea sulle case green è stata revisionata, allentando alcuni vincoli che, all’inizio del 2023, avevano destato preoccupazione in diversi Paesi, Italia in primis

Non dimentichiamo, infatti, che il parco edifici del nostro Paese è all’insegna di costruzioni vetuste, molte delle quali classificate in classe energetica G, la meno sostenibile in assoluto.

La revisione della direttiva europea sulle case green prevede, tra i vari aspetti, una dilazione dei tempi e delle scadenze. Non solo! I legislatori comunitari hanno rivisto anche diversi obblighi. Tra i principali, rientra quello relativo alla fine dell’era delle caldaie a gas.

Cosa prevede l’accordo

Vediamo ora cosa prevede l’accordo raggiunto in merito alla direttiva europea sulle case green.

Caldaie a gas, stop definitivo prorogato di 5 anni

Uno dei punti più importanti riguarda il poco fa menzionato stop alle caldaie a gas. Tra i nodi di discussione che più si sono rivelati complessi, ha visto il termine ultimo spostato dal 2035 al 2040, anno in cui si potrà finalmente definire conclusa l’era storica delle caldaie a gas (attenzione: chi ne ha una in casa non si troverà in una situazione di illegalità, in quanto lo stop riguarderà solo i nuovi acquisti anche per gli edifici costruiti da zero).

Vengono mantenuti gli incentivi per le caldaie ibride. Dal 2025, invece, vengono eliminati tutti quelli destinati alle caldaie autonome.

Edifici a emissione ridotta

Novità, nell’ambito dell’accordo per la direttiva europea sulle case green, anche riguardo agli edifici a emissioni zero. Quelli residenziali che inquinano maggiormente, saranno tenuti, con il 2030 come scadenza, a ridurre il loro consumo di energia primaria del 16%.

Il termine appena citato è solo la prima tappa: entro il 2035, le emissioni dovranno essere ulteriormente ridotte e di circa il 20 – 22%.

Diverso è il caso degli edifici non residenziali. In questo frangente, vale sempre la riduzione media del 16% delle emissioni entro il 2030. Per il 2033, invece, si dovrà arrivare al 26.

Un’altra novità importante riguarda l’eliminazione dei parametri delle classi energetiche relative ai singoli edifici. A essere prediletto è stato un approccio basato su delle medie di riferimento che i singoli Stati potranno considerare come parametro tenendo conto delle peculiarità del loro patrimonio edilizio, del sistema nazionale di classificazione energetica e dei progetti nazionali in ambito ristrutturazione.

Inoltre, è previsto il raggiungimento del 55% del risparmio energetico tramite lavori di ristrutturazione che coinvolgeranno gli edifici meno efficienti.

Tornando con il focus sulle deadline, si ricorda che l’accordo raggiunto sulla direttiva europea sulle case green prevede, dal 2030 in poi, la costruzione di soli edifici residenziali a zero emissioni. Per quelli pubblici, l’anno di svolta è fissato, invece, al 2028.

Installazione di pannelli solari su tutti gli edifici: obbligo saltato

L’accordo raggiunto dai vertici UE vede saltare l’obbligo di installazione di pannelli solari su tutti gli edifici, un altro punto che aveva sollevato considerevoli polemiche e critiche da più parti.

Secondo le nuove linee guida della direttiva europea sulle case green, l’obbligo di installazione dei sopra menzionati impianti riguarderà unicamente gli edifici di nuova costruzione, quelli pubblici e gli edifici non residenziali di dimensioni molto grandi. 

A essere escluse sono quindi le abitazioni. Per amor di precisione, è fondamentale ricordare che l’accordo raggiunto nella giornata di ieri è provvisorio. Per poter parlare di regole definitive, è necessario attendere l’approvazione e l’adozione da parte di Consiglio e Parlamento Europeo.

La gestione degli edifici agricoli e storici

In merito agli edifici agricoli e a quelli storici, si parla di esclusione dalle regole contenute nella direttiva europea sulle case green. Spetta alla decisione del singolo Paese, invece, l’esclusione di edifici protetti per via del loro particolare valore architettonico o storico, di quelli temporanei, delle chiese e di tutti gli altri luoghi di culto.

I commenti dei rappresentanti della politica UE e di Confedilizia

Il raggiungimento dell’accordo oggetto di queste righe è stato ovviamente commentato da parte di diversi rappresentanti della politica UE. Questa importante tappa per la direttiva europea sulle case green è stata definita da Ciarán Cuffe, relatore presso il Parlamento Europeo, come un “risultato straordinario”.

Raggiunto dalla stampa, il politico dublinese ha parlato della creazione di un piano di transizione per il raggiungimento di un parco edifici a zero emissioni nette.

Ha altresì descritto il piano come un pilastro essenziale per i piani di decarbonizzazione dell’UE. Ha sottolineato, inoltre, che si tratta dell’inizio di un lungo viaggio verso la riduzione del 36% delle emissioni di anidride carbonica in Unione Europea.

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L‘eurodeputata leghista Isabella Tovaglieri ha commentato l’accordo con la frase “La casa degli italiani è salva dagli estremismi ideologici“. Secondo la Commissaria Europea all’Energia Kadri Simson, le norme approvate sono misure concrete in grado di migliorare la vita dei cittadini, riducendo il peso economico delle bollette energetiche e contribuendo a migliorare l’economia.

Parole positive sull’accordo anche da parte di Confedilizia che, attraverso la voce del Presidente Spaziani Testa, ha elogiato l’eliminazione degli obblighi diretti in capo ai proprietari e la maggior libertà lasciata ai singoli Stati.