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Tassi dei mutui: nuovo record dal 2009

Last Updated on Luglio 16, 2024

I tassi dei mutui continuano a crescere: nel corso del mese di ottobre, hanno raggiunto il 4,72% (percentuale che comprende anche le spese accessorie, ossia tasso annuale effettivo globale o Taeg).

A settembre di quest’anno, erano pari al 4,65%.

A fornire questi dati ci ha pensato, nella giornata dell’11 dicembre, la Banca d’Italia. I numeri ufficiali mettono in evidenza un lieve calo del Taeg sulle nuove erogazioni di credito al consumo. Dal 10,52% di settembre, infatti, si è passati al 10,46 di ottobre.

I numeri in questione rappresentano un record che ci riporta indietro al 2009, nel pieno di quella che è stata la più grande crisi finanziaria prima di quella provocata dal Covid. Ai tempi, il taeg era pari al 4,91%.

Sugli aumenti appena menzionati si è recentemente espressa anche l’Unione Nazionale Consumatori, facendo presente che, rispetto al mese di ottobre 2022, l’aumento è stato pari all’1,49%. Se si guarda ai dati dell’ottobre 2021, si può addirittura notare un incremento del 2,93%.

appartamento-in-affittoTassi dei mutui oggi: chi vivere con maggior difficoltà i rincari?

Il rincaro dei tassi dei mutui rappresenta un motivo di affanno per tantissime persone in Italia. Le difficoltà interessano soprattutto chi, per comprare casa, ha scelto un piano di ammortamento a tasso variabile.

Come evidenziato da un’indagine condotta dal portale Facile.it, nel corso del 2023 sono state circa 200 mila le famiglie che non sono riuscite a rimborsare una o più rate previste dal piano di rientro del debito.

Il motivo è più che comprensibile ed è legato al fatto che, da parte della BCE, è stato concretizzato un forte rialzo dei tassi dei mutui in risposta fisiologica all’inflazione che, in zona Euro, ha raggiunto una media del 10,6%. A partire da gennaio 2022, le rate dei mutui sono state interessate da aumenti fino al 65%.

Si parla di un aggravio che, come portato alla luce sempre dall’indagine di Facile.it, ha superato i 3000 euro all’anno.

Un intervistato su due con piano a tasso variabile ha affermato che, qualora la situazione delle rate dovesse permanere a lungo su questi livelli, incontrerebbe forti difficoltà nel pagamento delle rate.

Occhi aperti sulle decisioni delle banche centrali

Per il futuro dei tassi dei mutui, si guarda ovviamente alle decisioni delle banche centrali.

A seguito della decisione, presa alla fine dello scorso mese di ottobre da parte della BCE, di non procedere all’aumento dei tassi, a novembre è stato possibile apprezzare una riduzione dell’inflazione oltre alle aspettative.

Nella zona euro, è arrivata al 2,4%. Nelle stime previsionali di settembre, la BCE aveva parlato, per tutto il 2024, di un’inflazione attorno al 3,2%. Per il 2025, invece, si prospetta una riduzione del 21,%.

Questo scenario sta portando diversi esperti a prevedere che, per quanto riguarda i tassi dei mutui, possa arrivare una perdita di quota ben prima di quanto prospettato dalla Presidente della BCE Christine Lagarde. C’è chi, addirittura, parla di un’inversione di rotta già a marzo 202 (previsioni dei Futures sull’Euribor aggiornati allo scorso 4 dicembre).

Calo dei tassi dei mutui: come potrebbe cambiare la rata media?

Nel caso in cui il sopra citato calo dei tassi dei mutui – con passaggio dell’indice dall’attuale 3,95 al 3,68% – dovesse diventare realtà, come cambierebbe la rata media del mutuo in Italia?

 Dai 750 euro attuali, si passerebbe a 731 a marzo 2024. A fine 2024, qualora l’indice dovesse raggiungere il valore prospettato nelle previsioni, ossia il 2,68%, si parlerebbe di una rata media di 660 euro mensili.

Alla luce di ciò, come già accennato, gli occhi degli analisti, ma anche e soprattutto di tantissime famiglie, sono puntati sulle prossime mosse da parte della BCE.

Degne di nota sono anche le mosse della Federal Reserve. Nonostante i dieci aumenti consecutivi dei tassi dei mutui, che sono arrivati a toccare il 5,5%, il PIL USA è in crescita, nel terzo trimestre dell’anno in corso, del 5,2%. Per quanto riguarda, invece, l’andamento dei prezzi, si può apprezzare una frenata, con l’indice che, a novembre, è passato dal 3,2 al 3,1%.

La segretaria del tesoro Janet Yellen ha commentato con parole positive questo risultato, motivo per cui le speranze sono di un mantenimento dei tassi al livello attuale, senza variazioni in eccesso per la terza riunione consecutiva.

appartamentoinaffittoMutui nel 2024: cosa cambia per i giovani

Sono soprattutto i giovani a risentire dell’aumento dei tassi dei mutui, fattore che sta rendendo oggettivamente più difficoltoso l’arrivo alla decisione di acquistare casa. A partire dal 1° gennaio 2024, tra le agevolazioni previste per gli under 36 che acquistano la prima casa viene eliminata l’esenzione dal vesamento di imposta di registro, imposta ipotecaria, imposta sostitutiva e imposta catastale.

 

Inoltre, nell’eventualità di acquisto di un immobile dal costruttore, gli under 36 non avranno più diritto a usufruire del credito d’imposta sull’IVA.

 

Per l’anno prossimo, però, è prevista la proroga della garanzia sul mutuo. Fondamentale, però, è che il piano di ammortamento riguardi l’acquisto della prima casa e che il richiedente abbia un ISEE inferiore ai 40 mila euro.

L’agevolazione prevede una garanzia pubblica pari all’80% dell’ammontare complessivo del finanziamento, fino a un massimo di 250.000 euro. L’obiettivo è quello di fare in modo che, da parte delle banche, aumenti la concessione di mutui al 100% grazie a un effettivo calo della percentuale di rischio.

Alla stretta normativa prevista a partire dall’inizio del 2024 si guarda non senza pessimismo per quanto riguarda l’accesso dei giovani al mercato immobiliare.

Per rendersi conto dei motivi di tutto ciò e della situazione già all’insegna delle difficoltà, è il caso di chiamare in causa i dati Consap relativi alle garanzie pubbliche ammesse nel lasso di tempo compreso tra gennaio e settembre: rispetto ai primi nove mesi del 2022, sono calate del 37%.

Proprietario di casa?

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