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Come si calcola la Tari?

Last Updated on Agosto 30, 2021

La Tari, la cosiddetta tassa sui rifiuti, è una delle scadenze più importanti per i cittadini del nostro paese. Annualmente essa va saldata, con la possibilità di ripartirla in tre tranche separate.

Il calcolo del costo della tassa rifiuti ha visto diverse modifiche nel corso degli anni e tiene conto sia di fattori fissi, validi su tutto il territorio nazionale, sia di fattori variabili, che sono diversi in base al comune. La Tari è infatti un’imposta comunale e, in quanto tale, si differenzia di città in città.

Vediamo come si calcola la Tari, attraverso quali modifiche è passato e quali sono i dati da prendere in considerazione.

Come si calcola la Tari: i dati da considerare

Le regole per un calcolo corretto della Tari si basano su una serie di dati da tenere in considerazione. Alcuni sono dati fissi, altri comunali, altri ancora riguardano la casa. La lista comprende:

  • superficie in metri quadri e dati catastali, se disponibili;
  • periodo di riferimento;
  • nucleo familiare;
  • quota fissa;
  • quota variabile;
  • quota provinciale 5%.

La quota fissa

Tra i dati che abbiamo visto, la quota fissa si ottiene moltiplicando i metri quadri dell’immobile in questione per il numero di persone che abitano nell’immobile.

Per i contribuenti non residenti il numero di occupanti è così calcolato:

  • 1 occupante: locali fino a 45 mq;
  • 2 occupanti: locali fino a 60 mq;
  • 3 occupanti: locali fino a 75 mq;
  • 4 occupanti: locali oltre i 76 mq.

La quota variabile

La quota variabile serve invece a coprire i costi di raccolta, trasposto e smaltimento dei rifiuti. Essa viene stabilita dalle delibere comunali, in base alle quantità di rifiuti prodotte.

In questo caso occorrerà distinguere la tipologia dell’immobile, dividendo quelli ad uso domestico (residenziali o no) e quelli ad uso commerciale.

Come si applica la Tari: le novità

Le nuove regole, stabilite negli scorsi anni, entreranno in vigore a partire da quest’anno e decideranno la somma da pagare per la Tari 2021. I comuni, per stabilirle, dovranno tenere conto del metodo tariffario del servizio integrato di gestione rifiuti, approvato nel 2020.

Dal 1° gennaio di quest’anno, inoltre, è stata modificata la definizione di rifiuti urbani ed è stata soppressa quella di rifiuti speciali, che sono stati assimilati a quelli urbani. I comuni dovranno così modificare le proprie delibere e, di conseguenza, la quota variabile.

Altre novità riguardano i centri commerciali, che inizieranno a rientrare anch’essi nel pagamento del tributo, e verrà introdotta la categoria dei rifiuti urbani prodotti dalle imprese.

Come si calcola la Tari: le scadenze del 2021

Come ogni imposta che si rispetti, anche la Tari prevede delle scadenze ben definite. La tassa sui rifiuti può essere pagata in più rate, con queste tre date di scadenza:

  • 1° acconto entro la fine di aprile:
  • 2° acconto entro la fine di luglio;
  • Saldo entro la fine dell’anno

Queste date possono essere soggette a variazioni di comune in comune, così come le metodologie per il pagamento.

La Tari è dovuta da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani.

E nel caso di affitto? La questione della divisione dei costi tra proprietari ed inquilini è sempre un grosso punto di domanda. Nel caso della Tari saranno gli inquilini a doversi occupare del pagamento della tassa. Mentre per la Tari su prima e seconda casa, ti consigliamo di leggere la nostra guida apposita!