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Studenti fuori sede: arrivano i contributi per le spese d’affitto sostenute nel 2023 e scatta la polemica

Last Updated on Febbraio 10, 2024

Novità per gli studenti fuori sede: nei giorni scorsi, infatti, è stata ufficializzata la ripartizione di una somma pari a 4 milioni di euro, frutto del rifinanziamento della Manovra 2022, che verrà destinata a contributi per le spese di affitto sostenute nel corso del 2023. 

Lo prevede un decreto del Ministero dell’Università e della Ricerca, che sancisce la ripartizione della suddetta somma tra 60 atenei statali sparsi per tutta la nazione.

Attenzione: l’agevolazione in questione è stata introdotta per la prima volta con la Legge di Bilancio 2021 (il riferimento preciso è l’articolo 1, comma 126). Per quanto riguarda i requisiti di accesso al contributo, bisogna considerare la norma originaria.

Ciò vuol dire che possono accedere ai fondi gli studenti fuori sede la cui situazione risponde a queste peculiarità:

  • Iscrizione a un’università statale;
  • appartenenza a un nucleo familiare con un ISEE non superiore ai 20000 euro;
  • nessun godimento di altri contributi pubblici destinati al sostegno economico per il pagamento dell’alloggio.

Il contributo diventa strutturale

L’aumento dei prezzi degli affitti è una problematica che, come ben si sa, negli ultimi tempi ha coinvolto molto gli studenti fuori sede, con manifestazioni di protesta importanti.

In virtù di ciò, lo scorso anno l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni ha deciso di rendere strutturale il già menzionato contributo. Per il 2023, è stato finanziato per un ammontare di 4 milioni di euro. Per l’anno in corso, invece, la somma stanziata dal Governo è partita dai 6 miliardi. Si tratta di una differenza importante rispetto ai 15 milioni di euro che avevano caratterizzato i primi passi della misura di sostegno, messa a punto dal governo guidato da Mario Draghi.

Quanti sono gli aventi diritto?

Per quanto riguarda le spese sostenute per l’affitto nel corso del 2023 dagli studenti fuori sede provenienti da famiglie con reddito basso, la misura prevede un importo pro capite di poco superiore ai 279 euro. La platea di beneficiari corrisponde quindi a 14300 soggetti.

Come già accennato, i contributi sono stati destinati a 60 atenei statali in Italia, tenendo conto delle attestazioni inviate al Ministero. Entrando nel vivo delle somme assegnate alle varie università, ricordiamo l’Università della Calabria, alla quale sono stati destinati 576 mila euro. Secondo posto, invece, per il Politecnico di Torino, con 447 mila euro.

Tornando al Sud, citiamo l’Università di Catania, i cui studenti fuori sede con ISEE basso interessati a ricevere un contributo per l’affitto possono beneficiare di uno stanziamento complessivo di 210 mila euro.

Le reazioni di contrarietà

Il sopra ciato contributo alle spese d’affitto sostenute dagli studenti fuori sede è stato “salutato” con forti polemiche. C’è chi ha criticato, oltre alla scarsità economica delle risorse stanziate, anche la platea ristretta di beneficiari. Come già accennato, si parla di circa 14300 persone su un numero complessivo di studenti fuori sede che supera le 800 mila unità.

Studenti e caro affitti: un problema annoso

Quella del caro affitti per gli studenti universitari fuori sede è una problematica annosa. Frutto di diversi fattori, che vanno dalla scarsità dell’offerta in grandi contesti urbani come Milano fino al fenomeno dell’inflazione che, nel corso dell’ultimo anno e mezzo, ha colpito l’Europa, è stata al centro, negli ultimi tempi, di diverse decisioni normative.

Tra queste è possibile citare la revisione, risalente alla scorsa estate, degli accordi per gli affitti a canone concordato a Milano che, per la prima volta, hanno visto l’inclusione delle tariffe delle stanze locate agli studenti fuori sede.

Nel maggio dello scorso anno, dalle colonne della testata Domani il giornalista esperto di economia Massimo Taddei ha parlato della possibilità di intervenire sull’offerta, incentivando, tramite l’aumento dell’IMU, i proprietari di immobili sfitti a occuparli con regolari contratti di locazione.

Un aspetto indubbiamente importante è l’intervento sul problema della morosità che, da sempre, abbiamo risolto con la formula Protezione Zappyrent, che garantisce al proprietario il pagamento del canone ogni mese, anche se l’inquilino non lo versa.

L’importanza di un intervento tempestivo

Iniziative come l’appena citata revisione del canone concordato a Milano, senza dimenticare la creazione di nuovi studentati in una città universitaria senza eguali come Bologna, sono fondamentali ai fini della risoluzione di un problema dai numeri che fanno pensare.

Come evidenziato lo scorso autunno da Cgil, Sunia e Udu, uno su tre fra gli studenti fuori sede non riesce a pagare l’affitto. 

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Da non dimenticare, inoltre, è l’appuntamento con il PNRR che richiede, ora del 2026, il raggiungimento del target di 60 mila posti letto. Ad oggi, però, i criteri di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza non hanno fissato quote di alloggi da riservare a studenti fuori sede in situazione di disagio economico.