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Mutui in Italia, crollano le domande nel 2023

Last Updated on Dicembre 5, 2023

I mutui in Italia hanno continuato a essere interessati da un calo considerevole delle domande nel corso del primo semestre dell’anno che saluteremo tra poche settimane.

A dirlo è il 57° Rapporto Censis sulla situazione sociale nel Paese. Oltre a questo dato, è emerso anche un calo dell’affidabilità finanziaria, da imputare alla stretta monetaria messa in atto dalla BCE (Banca Centrale Europea).

Mutui: i numeri in calo del primo semestre

Nel corso del primo semestre 2023, i mutui hanno visto il numero di domande ridursi del 22,8% (parliamo di un confronto con il medesimo periodo del 2022). Per contro, è stato possibile assistere a un aumento del 5,3% del numero di richieste di prestiti alle famiglie.

Come sostenuto dal Censis, al centro dell’attenzione c’è il cambiamento notevole nel quadro di riferimento riguardante il costo del denaro. Ciò ha comportato, di riflesso, una modifica sostanziale del profilo di rischio di chi richiede i mutui in Italia.

Interessanti a tal proposito sono anche i numeri relativi all’indice di affidabilità delle famiglie. Lo scorso marzo era pari al 12,8%, cifra al ribasso rispetto al 2022, quando era pari al 13,6%, e agli ultimi mesi del 2021, periodo che fece registrare una percentuale pari al 14,8.

Oltre all’effettiva disponibilità economica delle famiglie che richiedono mutui in Italia, a frenare le domande ci pensa anche un altro fattore. Quale di preciso? La sfiducia psicologica e il peso delle aspettative negative sul futuro dell’economia del Paese.

Entrando nel dettaglio di questo quadro, è bene sottolineare che, secondo i dati del rapporto Censis, solo il 44,1% pensa di riuscire a concludere quest’anno con le medesime performance di risparmio rispetto a quello precedente.

La leggera ripresa a partire da settembre

Il quadro dei mutui in Italia è oggettivamente complesso. Per comprenderlo meglio, è importante entrare nel dettaglio dei dati e capire come cambiano sul breve termine e cosa li influenza. 

Degno di nota a tal proposito è il calo, nel corso dei primi nove mesi dell’anno, del 19,4%, un dato indubbiamente negativo, ma meno rispetto ai periodi precedenti.

Attorno al mese di settembre, infatti, è stato possibile assistere a una leggere ripresa. Quest’ultima è dovuta alle previsioni incoraggianti relativamente all’intenzione della BCE di non procedere, dopo dieci rialzi consecutivi causati dall’esplosione del trend inflattivo, all’aumento dei tassi.

L’importo medio richiesto

La situazione dei mutui in Italia è stato caratterizzato, nei primi mesi dell’anno, da una sostanziale stabilità dell’importo medio richiesto. Con un calo dello 0,3%, si parla di una cifra attorno ai 144.162 euro.

Se si guarda in maniera specifica ai numeri del mese di settembre, si può notare un aumento dell’1,2%.

I dati in questione sono stati commentati da diversi fronti. Tra le opinioni espresse è possibile citare, come si può leggere sulle pagine de Il Corriere della Sera, quella dell’executive director Crif.

Simone Capecchi ha sottolineato la riduzione delle richieste di finanziamento da parte delle famiglie, perdita di quota causata sia dall’inflazione, sia dal contesto geopolitico poco favorevole.

A suo dire, si tratta di un tema di importanza cruciale per le banche che, da qui a pochi mesi, dovranno riflettere sia sulla qualità, sia sulla sostenibilità del credito.

Parlare di mutui in Italia e dell’importo medio richiesto vuol dire, per forza di cose, toccare anche il tema delle fase di importo e delle preferenze dei mutuatari. Come evidenziato poche settimana fa dalla Bussola Mutui Crif – Mutuisupermarket.it, la fascia compresa fra 100 e 150.000 euro è tra le più apprezzate da chi, in Italia, richiede un mutuo.

Numeri alla mano, viene scelta dal 29,6% del totale degli utenti.

Interessanti performance anche per la fascia compresa tra i 150 mila e i 300 mila euro. In questo caso, si parla di una soluzione scelta dal 25,9% circa delle famiglie che hanno richiesto, negli ultimi mesi, mutui in Italia.

Il primo posto dal punto di vista della fascia di importo scelta da parte di chi ha richiesto mutui in Italia è quella inferiore ai 100.000 euro (opzione scelta dal 40% circa di chi ottiene un finanziamento per acquistare casa).

Ridotta, di poco superiore al 5%, è la quota di mutui superiori a 300.000 euro.

Le cause del calo delle richieste dei mutui

Avere chiara la situazione attuale relativa ai mutui in Italia vuol dire approfondire le cause del calo delle richieste di questi finanziamenti.

In primo piano è possibile citare indubbiamente l’aumento dei tassi di interesse. Secondo un recente rapporto della Banca d’Italia sull’economia delle Regioni Italiane, a causa dell’incremento dei tassi la rata del mutuo a tasso variabile si è alzata, in media, di 245 euro mensili al Sud e di 276 nelle Regioni dell’Italia centrale. Non è un caso se, nel terzo trimestre 2023, la maggior parte dei consumatori abbia prediletto il tasso fisso.

Degno di nota è pure il fatto che, a prescindere dai tassi e dalle caratteristiche del singolo piano scelto, le banche, di fronte a una situazione di rallentamento dell’economia, stanno diventando più selettive rispetto al passato per quanto riguarda l’erogazione del credito.

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L’età dei richiedenti e la durata dei piani

Completiamo il nostro excursus sui mutui in Italia rammentando che, sempre secondo il recente aggiornamento della Bussola Mutui Crif – Mutuisupermarket.it, oltre il 60% di chi richiede un mutuo nel nostro Paese ha un’età compresa tra 25 e i 44 anni. Il 33,45% dei richiedenti, invece, ha un’età compresa fra i 45 e i 64 anni. 

Sempre sulla base dei dati Crif, otto mutui su dieci sono piani di ammortamento con una durata superiore ai 15 anni. Si tratta di un segnale del fatto che, oggi come oggi, sempre più famiglie italiane cercano di orientarsi verso soluzioni il più possibile dilazionate nel tempo, onde evitare di sentire troppo ogni mese il peso economico della rata.