irpef cos'è e come funziona
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Cos’è l’Irpef, come funziona e come impatta sull’affitto?

Che cos significa IRPEF?

IRPEF è l’acronimo di Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche, una tassa a tutti gli effetti che riguarda il reddito percepito da una persona fisica, ma che può essere anche richiesta a società attraverso i soci che le costituiscono.

L’Irpef è stato introdotta in Italia con la riforma tributaria del 1973 e ancora oggi, a distanza di decenni, rappresenta un punto cruciale del sistema tributario italiano, in quanto equivale a circa un terzo di tutte le entrate che lo Stato percepisce dai cittadini e da quanti lavorano sul territorio nostrano.

La legge italiana prevede che tutti i cittadini italiani debbano pagare quest’imposta sui redditi, prodotti non solo sul suolo italiano, ma anche all’estero. Inoltre, la riforma prevede che a pagare l’Irpef siano pure i cittadini che non dispongono della residenza, ma producono ricchezza in Italia.

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Come funziona l’Irpef

In primo luogo devi sapere che l’Irpef è una tassa progressiva: l’aliquota percentuale di reddito che dovrà essere corrisposta allo Stato secondo le attuali normative, aumenta in proporzione al reddito stesso. In pratica, il sistema prevede una divisione per fasce di reddito rispetto alle quali sono state definite diverse aliquote Irpef. Ad esempio, nel caso di un lavoratore dipendente che percepisce un reddito annuo intorno ai 20.000 euro, l’imposta Irpef dovrà essere del 27%, mentre se si percepisce un importo pari a 50.000 euro, l’Irpef avrà un’aliquota superiore al 30%. 

Quali sono le fasce di reddito Irpef

Per stabilire l’aliquota Irpef e calcolare le tasse dovute per un determinato reddito, bisogna far fede alla relativa fascia di pertinenza. In pratica, per quantificare l’imposta che dovrai versare nelle casse dell’erario dovrai applicare l’aliquota sul reddito che percepisci in base alla fascia cui appartiene. Queste aliquote sono stabilite al netto degli oneri deducibili e dalle eventuali deduzioni spettanti per diverse situazioni.

1- La prima fascia di reddito Irpef è quella che prevede un reddito da 0 euro fino a 15.000 euro. Per questa fascia l’aliquota è del 23%, per cui se il reddito percepito è di 15.000 euro l’imposta Irpef è pari al 23% di 15.000 (23X15.000/100=3.450) e corrisponde a 3.450 euro.

2- La seconda fascia parte da un reddito di 15.001 euro e arriva fino ai 28.000 euro. Per la parte eccedente i 15.000 euro va applicata l’aliquota del 27%, significa che dovrai versare 3.450 euro (imposta calcolata fino a 15.000) + il 27% della quota eccedente. Ad esempio, se percepisci 20.000 euro, dovrai versare 3.450 euro + 1.350 euro (27% di 20.000 euro – 15.000 euro).

3- La terza fascia è quella che va da un reddito di 28.001 euro fino a 55.000 euro e per la quale è prevista un’aliquota del 38%. In questo caso, dovrai pagare 6.960 euro + il 38% della parte eccedente i 28.000 euro (come nell’esempio riportato sopra).

4- La quarta fascia è relativa a redditi che oscillano tra un minimo di 55.001 e 75.000 euro con aliquota fissata al 41%. In virtù di ciò, dovrai corrispondere allo stato 17.220 euro + il 41% della quota eccedente i 55.000 euro.

5- La quinta e ultima fascia è prevista per i redditi superiori ai 75.000 euro con aliquota al 43%. Questo significa che dovrai pagare un’imposta di 25,420 euro + il 43% della parte eccedente i 75.000 euro.

Come funzionano le detrazioni Irpef

Ci sono alcune detrazioni che permettono di ridurre l’imposta lorda: il contribuente viene sgravato di alcune spese sostenute e ne può fruire sotto forma di bonus e agevolazioni legate alla propria condizione di lavoratore dipendente, pensionato o persona che ha familiari a carico. La casistica è molto ampia, anche perché le normative nel corso degli anni sono state aggiornate in virtù dell’evoluzione della società italiana. Queste detrazioni permettono di ridurre la base imponibile sulla quale deve essere calcolata l’aliquota Irpef. Ci sono alcune entrate familiari escluse dal calcolo della base imponibile, in particolar modo:

  • I redditi esenti dall’imposta in cui la ritenuta viene applicata alla fonte (datori di lavoro, ecc.);
  • Gli assegni percepiti per il mantenimento dei figli;
  • Il totale degli assegni familiari e degli emolumenti per carichi di famiglia;
  • La maggiorazione sociale per quanto riguarda i trattamenti pensionistici;
  • Le borse di studio con risposte dal governo italiano ai cittadini stranieri;

Abbiamo parlato di deduzioni e anche di detrazioni, ma qual è la principale differenza tra queste due voci? Le deduzioni si applicano sul reddito che andrà a costituire la base imponibile, mentre le detrazioni sul valore lordo dell’Irpef e quindi sull’importo della tassa.

Nel calcolo dell’Irpef si può detrarre tutto quello che grava sui redditi degli immobili, come i canoni e i censi, oltre ai contributi e ai consorzi come stabilito dagli obblighi di legge. Ci sono tante forme di detrazioni fiscali attualmente previste sotto forma di bonus e agevolazioni per quanti decidono di effettuare interventi destinati alla ristrutturazione dell’immobile o al miglioramento delle prestazioni energetiche. Le detrazioni fiscali in questo caso sono molteplici e le aliquote possono oscillare da un 50% fino al 110%, nel caso del Superbonus. Ci sono le spese sanitarie, le agevolazioni per l’acquisto della prima casa, gli assegni di separazione, gli investimenti sulle piccole e medie imprese innovative, le donazioni, le spese per adozione e le detrazioni per i cibi a fini medici.

Come, quando e chi paga l’Irpef

Secondo quanto previsto dall’attuale normativa, il pagamento dell’Irpef deve essere effettuato con una prima rata di acconto entro il 30 giugno dell’anno in cui si presenta la dichiarazione dei redditi o entro i successivi trenta giorni, pagando una maggiorazione dello 0,4%. L’eventuale scadenza della seconda o dell’unica rata di acconto, è fissata per il 30 novembre.

Il pagamento deve essere effettuato tramite il modello F24, che può essere ottenuto e scaricato visitando l’opportuna sezione del sito dell’Agenzia delle Entrate.

Chi deve pagare l’Irpef? Le persone fisiche che percepiscono un reddito derivante da lavoro dipendente, lavoro autonomo, reddito di impresa, di capitale e derivante da fabbricati e terreni. A queste categorie si uniscono tutte le altre forme di reddito elencate nell’articolo 67 del testo unico delle imposte sui redditi.

Quanto si paga di Irpef sugli affitti

Le tasse sull’affitto devono essere corrisposte secondo quanto previsto dalle attuali normative vigenti. Dall’anno 2020 la tassazione dei redditi da locazione degli immobili avviene con modalità differente. Restringendo il cerchio sugli immobili a uso abitativo con contratti stipulati prima del primo gennaio 2020, valgono le regole disposte dall’articolo 26 del Tuir. In pratica, il reddito derivante dalle locazioni abitative è passabile secondo i canoni Irpef oppure con cedolare secca al 21%, che può diventare pari al 10% nel caso di contratti con canone concordato a cedolare secca.

Se, invece, il contratto di locazione viene stipulato dopo il primo gennaio 2020, concorreranno alla formazione del reddito soltanto i canoni percepiti, mentre in passato venivano calcolati anche quelli non percepiti, come nel caso di morosità dell’inquilino.

Per calcolare il reddito fondiario ai fini Irpef, va preso il valore maggiore tra rendita catastale rivalutata del 5% e il canone di locazione annuo scontato del 5%. Facciamo un esempio:

Mettiamo sia stato sottoscritto un contratto 4+4 con canone libero di 650 euro al mese che in un anno diventano 7800 euro. Puoi scegliere di sommare questo importo decurtato del 5% al tuo reddito di lavoratore. L’aliquota Irpef da utilizzare dipende dalla somma totale del reddito per cui può andare dal 23% fino al 43%.

Se invece scegli di applicare la cedolare secca l’aliquota sarà del 21%. Se il canone è concordato può addirittura fruire del 10%, abbattendo in maniera significativa la tassazione. 

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