Condomini e mercato libero: ecco cosa cambia
Last Updated on Luglio 17, 2024
Dal mese di aprile 2023, è diventato realtà un binomio del quale si parla da tempo: da pochi giorni, si può infatti parlare a tutti gli effetti, dopo la bocciatura di un emendamento contenuto nel decreto Milleproroghe, di condomini e mercato libero. Cosa implica questo cambiamento? Scopriamolo assieme nelle prossime righe di questo articolo.
Fine del mercato tutelato per i condomini: il piano dell’Arera
Il 1° aprile 2023, è ufficialmente finita l’era dell’associazione al mercato tutelato dell’energia per i condomini in Italia. I contratti di fornitura dell’energia elettrica sono infatti passati al mercato libero. Ciò è accaduto anche per altre realtà, ossia le microimprese con meno di 10 dipendenti e un fatturato inferiore ai 2 milioni di euro.
Per amor di precisione, rammentiamo che, per le grandi imprese, il passaggio in questione è già realtà dal 2021. Come ben si sa, il cambiamento definitivo per i clienti privati arriverà all’inizio del 2024, il 10 gennaio.
L’Arera (Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente) ha previsto un vero e proprio piano paracadute per i condomini che non si sono adeguato. Lo scopo? Evitare un rialzo eccessivo dei prezzi (ne parleremo meglio in un paragrafo ad hoc). Il mercato libero, infatti, si contraddistingue per la proposta di tariffe luce che vengono decise dai fornitori, liberi di proporre offerte senza basarsi sulle variazioni trimestrali messe in primo piano dall’Autorità.
Passaggio al mercato libero nei condomini: quali parti coinvolge?
Quando si parla del binomio condomini e mercato libero, è necessario chiedersi quali siano le parti coinvolte dall’abbandono del servizio maggior tutela. Le zone in questione sono le cosiddette parti comuni. Nell’elenco è possibile includere, per esempio, le scale, l’eventuale cortile, i vestiboli se presenti, l’ingresso, tutte aree i cui consumi energetici vengono divisi tra i vari inquilini, proprietari e non solo, e pagati tramite le spese di condominio.
Il passaggio al mercato libero riguarda anche l’energia necessaria per far funzionare l’ascensore, quando presente, e gli eventuali cancelli elettrici.
Secondo un articolo pubblicato a fine marzo da Repubblica, saranno proprio i condomini caratterizzati dalla presenza dell’ascensore a notare, concluso il mese di aprile, i rincari maggiori nella bolletta energetica. Numeri alla mano, infatti, l’ascensore pesa, in media, il 20% sui consumi energetici del condominio.
Il confronto con i palazzi dove ci sono solo le scale è, come si suol dire, impietoso: in quest’ultimo frangente, infatti, il peso medio della corrente sui consumi energetici si aggira tra il 6 e l’8%.
Come verranno calcolate le spese energetiche
Come verranno calcolate le spese in bolletta ora che è realtà il passaggio dei condomini al mercato libero dell’energia elettrica? Ecco i valori sui quali ci si baserà:
- PUN (acronimo per prezzo unico nazionale): si tratta del prezzo di riferimento dell’energia all’ingrosso acquistata sul mercato della Borsa Elettrica Italiana;
- costi di approvvigionamento e di commercializzazione;
- componente nazionale definita tramite i prezzi di aggiudicazione delle aste.
Le altre voci che compongono la bolletta, come evidenziato anche dal Presidente di Arera Stefano Besseghini in un’intervista rilasciata a Il Sole 24 Ore a metà marzo, rimarranno invariate. Tra queste è possibile includere, per esempio, la spesa per la gestione del contatore e per il trasporto dell’energia. Da non dimenticare sono anche gli oneri di sistema, in questo momento a carico dello Stato, e le imposte.
Il servizio a tutele graduali
Come accennato all’inizio dell’articolo, l’Arera ha stabilito un piano che, a ragione, può essere definito come un paracadute per quei condomini che non si sono ancora adeguati. Si tratta del cosiddetto servizio a tutele graduali. A livello tecnico, può essere definito come un regime transitorio. I destinatari sono quei condomini che, al 31 marzo scorso, non hanno ancora individuato un fornitore per il mercato libero.
In questo modo, numerosi condomini e altrettante microimprese hanno modo di continuare a ricevere le forniture di energia proposte al medesimo prezzo del mercato tutelato. Nell’intervista linkata nelle righe precedenti, Besseghini ha definito il servizio come un modo per garantire un “passaggio soft”. Ha altresì specificato che, in generale, il cambio di fornitore non è sinonimo né di interruzione della fornitura, né di sostituzione del contatore.
Come scegliere il fornitore ideale
Sono diversi gli interrogativi che si fanno strada quando si parla del binomio condomini e mercato libero. Uno di questi riguarda la scelta del fornitore migliore. Anche in questo frangente, è possibile chiamare in causa le risposte di Besseghini al celebre quotidiano economico. Il Presidente di Arera ha infatti ricordato l’esistenza del sito www.ilportaleofferte.it.
Si tratta di un comparatore di tariffe che ha due peculiarità: il fatto di essere pubblico e indipendente. Su questo sito, i fornitori sono obbligati a inserire le offerte, comprese quelle destinate ai condomini.
Entrando nel vivo delle caratteristiche delle suddette offerte, ricordiamo che è possibile parlare di due macrocategorie. Da un lato, infatti, si ha a che fare con quelle a prezzo fisso e bloccato per un determinato lasso di tempo. Dall’altro, invece, ci sono le offerte a prezzo variabile. In questo secondo caso, la componente prezzo viene aggiornata tenendo conto delle variazioni del mercato all’ingrosso dell’energia elettrica, ma anche in un indice stabilito dal singolo venditore. A quest’ultimo valore, viene applicato uno spread.
Una volta definita l’offerta migliore per le esigenze dello stabile, il condominio incarica l’amministratore di sottoscrivere il contratto con il fornitore. Sul sito ufficiale di Arera, è possibile trovare una pagina dedicata ai gruppi di acquisto dell’energia, un approccio adottato da tempo, in diversi ambiti, per ridurre le spese.
Tra le varie opzioni, non mancano quelle specifiche per le realtà condominiali e liberamente consultabili dagli amministratori che vogliono alleggerire l’impegno economico degli inquilini.