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Tassi dei mutui: l’andamento e le prospettive per il futuro

Last Updated on Febbraio 12, 2023

Nel corso dell’anno che abbiamo salutato poche settimane fa, si è parlato più volte dei tassi dei mutui. Dopo la decisione della BCE, risalente al 15 dicembre 2022, di aumentare il costo del denaro, le persone intenzionate ad acquistare casa hanno iniziato a preoccuparsi.

Se si guarda, però, ai dati messi in primo piano dalla Banca d’Italia lo scorso 9 febbraio nella pubblicazione Banca e Moneta: Serie Nazionali, ci si accorge che, nel corso del mese di dicembre del 2022, i tassi dei mutui sono calati. Per la precisione, il TAEG medio è sceso dal 3,55 al 3,66%.

Si tratta di una situazione che ha sorpreso per diversi motivi. Da un lato, infatti, si parla del primo calo da due anni a questa parte. Dall’altro, invece, è doveroso notare che la perdita di quota del TAEG è arrivata in un periodo all’insegna della già citata stretta monetaria.

Tassi di interesse dei mutui: come interpretare il calo?

Da più parti, sta arrivando a gran voce l’invito alla cautela davanti al dato sopra menzionato. Come mai? Il motivo è legato al fatto che si tratta di un decremento riguardante i tassi medi delle nuove operazioni. Solo in parte, quindi, si parla di mutui accesi ex novo.

In molti casi, si ha a che fare con finanziamenti già in essere e con la scelta, da parte delle famiglie, di rinegoziarli passando da un tasso all’altro.

In merito al rapporto tra mutui a tasso variabile e piani a tasso fisso, l’attenzione degli esperti è molto alta. Siamo infatti di fronte a una situazione affine a quella del 2008, con i piani a tasso variabile più cari rispetto a quelli a tasso fisso.

Se si fa il confronto con l’anno scorso, l’Euribor aveva, infatti, tassi negativi (attorno a – 0,5%). Oggi come oggi invece, la situazione è di gran lunga diversa: si ha a che fare con tassi superiori rispetto a quelli del parametro Eurirs, ossia quello di riferimento per il calcolo dei piani a tasso fisso.

Le previsioni degli esperti vedono in primo piano la possibilità di un taglio dei tassi dell’Euribor con lo scopo di sostenere la crescita economica. Ai tempi della crisi del 2008 le proiezioni per il futuro era le medesime e la realtà diede infine ragione a chi aveva scelto il mutuo a tasso variabile, che divenne oggettivamente più vantaggioso.

Potrebbe verificarsi lo stesso meccanismo oggi, con diversi mutuatari sia nuovi, sia orientati alla richiesta di una surroga pronti a scegliere piani a tasso variabile.

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Tassi attuali dei mutui: come stanno influendo sulla richiesta di finanziamenti?

Quando si parla del quadro attuale dei tassi dei mutui, è bene sottolineare che la tendenza rialzista non ha influito in maniera pesante sulle loro erogazioni. Per rendersene conto, basta prendere in mano ancora una volta dati relativi al mese di dicembre 2022.

Nel corso dei suoi 31 giorni, lo stock dei finanziamenti alle famiglie concessi dalle banche e finalizzati all’acquisto di immobili è infatti aumentato di un miliardo, arrivando al massimo storico di 426 miliardi di euro.

In questo contesto, è doveroso citare anche la posizione presa ufficialmente da alcune associazioni di consumatori, quattordici per la precisione. I loro rappresentanti ufficiali hanno firmato una nota congiunta destinata al Consiglio Europeo e avente il chiaro scopo di invitare i suoi membri a prendere una posizione netta contro la politica monetaria della Banca Centrale Europea.

Tutto questo, come si può leggere sulle pagine di Avvenire che riportano le parole del Presidente di Assoutenti, è stato fatto “nell’interesse di milioni di italiani che subiscono le conseguenze dei continui rialzi dei tassi”.

Si tratta di una pressione che difficilmente provocherà effetti sulla politica monetaria BCE. A dimostrazione di ciò, è possibile richiamare le dichiarazioni di Christine Lagarde. La Presidente della Banca Centrale Europea, ha parlato dell’intenzione di concretizzare un nuovo rialzo di mezzo punto in occasione della riunione di marzo.

Degne di nota sono anche le dichiarazioni fatte da Klaas Knot, membro del direttivo BCE che ha reso ufficiale la possibilità di un ulteriore rialzo, pari a 50 punti base, nella riunione prevista per il prossimo mese di maggio.

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Quale mutuo scegliere?

I cambiamenti dei tassi dei mutui sono il principale criterio che gli utenti mettono sul piatto quando devono scegliere la tipologia di piano per il finanziamento finalizzato all’acquisto di casa.

Se si guarda alle preferenze del mese di gennaio 2023, si può notare un crollo attorno al 60/70% delle richieste di mutui a tasso variabile (il confronto è con i dati dei mesi dell’estate 2022). Queste ultime, nel primo mese dell’anno, hanno rappresentato il 13% del totale considerando sia variabile puro, sia tasso variabile con CAP.

A detta di diversi esperti, in questo periodo la scelta del mutuo a tasso variabile può essere, a ragione, definita coraggiosa e azzardata. Nel lungo periodo, per motivi come quello esplicitato nei paragrafi precedenti, può rivelarsi però una soluzione vincente.

Nel momento in cui si opta per l’accensione di un mutuo a tasso variabile, è nodale essere consapevoli dei potenziali rischi ai quali si va incontro. Da parte degli analisti, c’è preoccupazione soprattutto all’idea che i tassi dei mutui possano convergere verso i livelli di quelli USA. In tal caso, il finanziamento a tasso fisso risulterebbe molto più conveniente.

C’è chi parla, come alternativa per proteggere i propri risparmi, dell’accensione con il tasso fisso, scelta ideale per tutelarsi dagli effetti di una possibile ondata inflattiva, e della successiva surroga con sottoscrizione di un piano a tasso variabile (confidando, in quest’ultimo caso, nell’assenza di aumenti degli spread da parte delle banche.