Riforma catasto: i costi e cosa cambia
Last Updated on Ottobre 8, 2021
La riforma del catasto continua a tenere banco nella discussione tra le forze politiche del nostro Paese. Tra proteste, contestazioni e minacce di strappi, la nuova riforma del catasto non dovrebbe, secondo il Presidente del Consiglio Mario Draghi, tradursi in tasse in aumento.
A ben vedere i numeri, però, essi sembrano comunicare altro. Vediamo nel dettaglio quali sono le modifiche al vaglio e come potrebbero impattare sull’attuale tassazione delle case italiane la riforma del catasto e i costi.
Riforma del catasto: cosa cambia
Il decreto riforma catasto dovrebbe prevedere una modifica del modo in cui vengono considerati gli immobili sul territorio italiano ai fini della tassazione. Finora, infatti, le varie imposte sulla casa venivano calcolate considerando proprio il valore catastale.
La riforma del catasto dovrebbe, invece, iniziare a mappare gli immobili non solo col vecchio valore catastale ma anche col valore di mercato. Una necessità dettata dallo scollamento tra il valore catastale e quello effettivo, economicamente parlando, degli immobili.
Attualmente la riforma catastale prevederebbe una “semplice” raccolta dei dati aggiornati, fino all’inizio del 2026, senza un’effettiva azione in ambito di imposte. Draghi e il ministro Franco hanno infatti assicurato che la riforma, nel corso di questi cinque anni, servirebbe solo per mappare lo stato degli immobili italiani.
Riforma catasto: i costi
Ma in cosa si tradurrebbe, effettivamente, il passaggio al valore del mercato? Ci sarebbero aumenti di tassazione? Se sì, di quanto?
La riforma del catasto, come abbiamo visto, darebbe peso anche al valore commerciale degli immobili in fase di definizione delle imposte da pagare. Confrontando i dati catastali e i prezzi medi di vendita nelle maggiori città italiane, è stato possibile calcolare l’incremento su determinate imposte con alcune maggiorazioni davvero da capogiro.
Sull’IMU, ad esempio, a Milano si pagherebbe il 174% in più, a Napoli il 108% in più. Aumenti consistenti anche a Roma (56%) e Torino (46%).
Incrementi ancora più enormi si avrebbero sull’imposta di registro: a Milano, addirittura, questo aumento potrebbe arrivare al 299%!