Liti condominiali: come tutelarsi?
Last Updated on Ottobre 19, 2021
La vita di condominio non è sempre facile. Tante persone, spesso differenti tra loro per età e interessi, “costrette” a vivere insieme e ad adattarsi alle esigenze degli altri: una situazione non facile che, spesso e volentieri, è il fattore scatenante per le tanto temute liti condominiali.
Le liti condominiali possono nascere per motivi futili ma anche per problematiche davvero serie. Possono risolversi in un accordo spontaneo e verbale, ma non è escluso che i dissidi possano prolungarsi così a lungo da finire addirittura di fronte ad un giudice.
Liti tra condomini: quali sono le cause più frequenti?
Le liti condominiali sono sempre una bella grana da affrontare, sia per gli inquilini stessi protagonisti della lite sia per l’amministrazione di condominio. Spesso e volentieri le motivazioni che causano queste liti condominiali sono futili e potrebbero risolversi molto semplicemente: sono pochi i casi in cui il problema diventa davvero serio.
Un elenco generale delle motivazioni più comuni comprende:
- Acqua o sporcizia che cadono dal balcone del piano superiore;
- Rumori eccessivi, magari a notte inoltrata: voce alta, musica a tutto volume o feste prolungate sono le situazioni tipiche;
- Problematiche nella condivisione degli spazi condominiali;
- Parcheggio, anche temporaneo, di cicli e motocicli negli androni dei palazzi.
Il ruolo dell’amministrazione nelle liti condominiali
Abbiamo visto quali sono le ragioni che, più comunemente, possono scatenare diatribe, che a volte sfociano in liti condominiali, querele e denunce. Quindi, in caso di problemi condominiali a chi rivolgersi?
Ruolo fondamentale è quello dell’amministratore, che in caso di liti condominiali dovrebbe intervenire quantomeno per cercare di sedare gli animi e di risolvere la controversia, per quanto sia possibile. Esso svolge il ruolo di “garante” delle regole e esegue quello che i condòmini votano in assemblea.
Per questo motivo il suo intervento può essere molto importante – e spesso risolutivo – per cercare di sistemare per il meglio le liti condominiali che nascono, per esempio, per un utilizzo improprio delle parti comuni.
Liti condominiali: risoluzione tramite mediazione
Per risolvere in maniera più immediata le proprie diatribe, i condòmini possono scegliere l’istituto della mediazione, introdotto dal Codice Civile nel 2013 con un’apposita legge. Toccherà quindi al mediatore risolvere il problema: l’ambito sarà quello del Tribunale di Circoscrizione in cui si trova il condominio e in cui, logicamente, è avvenuta la lite.
Scegliendo di utilizzare questo metodo, i condomini coinvolti nella lite saranno tenuti a giungere ad un accordo per risolvere la questione, venendosi incontro reciprocamente al fine di trovare un punto d’incontro comune.
Se questo accordo viene raggiunto, toccherà quindi al mediatore far rispettare la soluzione raggiunta dalle parti. Esso non può inoltre intervenire in alcun modo nelle liti condominiali, ma deve essere un testimone terzo e neutrale.
Liti condominiali: quando subentra il Giudice di Pace?
E se anche con l’utilizzo della mediazione le due parti non riuscissero a dirimere le loro questioni condominiali? Nel caso non si riuscisse a giungere ad un accordo tra le parti, allora non resterà altro che rivolgersi al Giudice di Pace.
Il Giudice di Pace è l’extrema ratio per la risoluzione delle liti condominiali ed è autorità competente nel dirimere le questioni condominiali. Tra le sue competenze risultano infatti:
“le cause relative a beni mobili di valore non superiore a cinquemila euro, quando dalla legge non sono attribuite alla competenza di altro giudice“
Un caso in cui è necessario passare per il Giudice di Pace è quello di una controversia sulle spese condominiali. Per il recupero di queste spese cui un condominio non ha ottemperato, è necessario il giudizio di questa autorità.
Oltre a questo caso, il Giudice di Pace ha competenza per l’impugnazione delle delibere di assemblea e per l’uso improprio di parti comuni che abbia danneggiato gli altri condomini. Se poi il valore della causa non supera i 1100 euro, si potrà andare in giudizio anche senza l’intervento di un giudice.