Efficienza energetica delle case in Italia: dati in miglioramento ma inadeguati agli obiettivi UE
Last Updated on Luglio 16, 2024
Migliorano i dati relativi all’efficienza energetica delle case in Italia. Nonostante questo, molti degli edifici sono comunque caratterizzati da uno status quo inadeguato rispetto agli obiettivi che, per i prossimi anni, l’Unione Europea si è posta per quanto riguarda la riduzione delle emissioni da parte degli edifici residenziali.
A fotografare la situazione dell’efficienza energetica delle case in Italia ci ha pensato l’ENEA, con il IV rapporto, curato insieme con il Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente, relativo alle prestazioni degli immobili certificati. Il rapporto analizza nello specifico la situazione degli APE (Attestati di Prestazione Energetica) redatti durante il 2022.
L’anno scorso, sono stati registrati complessivamente 1,3 milioni di attestati di prestazione energetica, dato che si presenta in linea rispetto ai numeri del 2021.
APE nel 2022: i numeri delle Regioni italiane
Prima di entrare nel vivo dei dati relativi al miglioramento dell’efficienza energetica delle case in Italia, è interessante fare il punto della situazione sulle Regioni dove sono stati redatti più attestati.
In prima posizione si trova la Lombardia, con il 20,5% delle certificazioni totali rilasciate. Al secondo posto il Lazio, con il 9,6. Terza posizione per il Veneto, con l’8,4%, e quarta per l’Emilia Romagna, con l’8,3.
Dopo questa premessa, possiamo entrare nel vivo dei numeri relativi alle prestazioni energetiche degli edifici di ambito residenziale.
Classi energetiche degli edifici residenziali in Italia: come vanno le cose?
Guardando nel dettaglio ai dati sull’efficienza energetica delle case in Italia, è possibile notare che il 30,3% degli edifici certificati con APE nel 2023 è risultato essere di classe G. Il 23,9%, invece, in classe F. Fermandosi un attimo ad analizzare i numeri appena menzionati, è facile accorgersi che, a livello nazionale, oltre il 54% delle abitazioni certificate con l’attestato di prestazione energetica fa parte delle categorie più basse.
Proseguendo con l’elenco dei dati relativi alle prestazioni energetiche degli edifici residenziali in Italia, nel report sopra menzionato si può notare come il 15,6% degli immobili sia certificata classe E. Il 10,2% è collocato in classe D, mentre il 5,1 e il 3,1 rispettivamente in classe C e in classe B.
Gli edifici residenziali in classe A, nel 2022, hanno rappresentato l’11,8% degli immobili certificati con APE (il dato in questione comprende tutte le sottoclassi della A). Quest’ultimo dato è particolarmente positivo.
Nel rapporto stesso, si porta l’accento sul fatto che, dal confronto tra il 2021 e il 2022, è possibile evincere una riduzione della percentuale di edifici in classe F e in classe G. Per gli immobili in classe A4 e in classe B, invece, si parla di un aumento, nel corso del 2022, del 3,7%.
L’influenza del Superbonus 110%
Analizzare i dati relativi all’efficienza energetica delle case in Italia vuol dire, per forza di cose, citare gli effetti del Superbonus 110%. Secondo i numeri del report ENEA, nel 2022 è aumentata, raggiungendo il 4,1, la percentuale di attestati di prestazione energetica rilasciati per ristrutturazioni importanti e progetti di riqualificazione. L’incremento in questione, a detta degli analisti, è un’influenza diretta del Superbonus e non solo. Da considerare, infatti, sono gli sgravi fiscali ai quali si può ancora accedere.
Per quanto riguarda le altre cause che hanno portato al rilascio dell’APE, in primo piano è possibile trovare le compravendite, che hanno riguardato il 59,5% degli attestati di prestazione energetica. Secondo posto per i contratti d’affitto, con il 21,4% degli APE, terzo per le riqualificazione, con il 5,6%. Gli APE rilasciati per le nuove costruzioni di edifici residenziali, invece, sono risultati pari al 3,3%.
Tornando al focus sull’influenza del Superbonus, è importante sottolineare che, in virtù del costo che ha comportato per le casse statali – si parla di una cifra che può andare dagli 84 ai 100 miliardi di euro – il miglioramento dei numeri delle prestazioni energetiche è un aspetto a dir poco positivo.
Per dare qualche altro numero sul Superbonus, si può chiamare in causa il punto di vista dell’ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili), che ha parlato di circa 400mila edifici che, nell’arco di due anni e mezzo, hanno beneficiato dei vantaggi dello sgravio sopra menzionato. Il 60% circa di questi ultimi, ha raggiunto la classe energetica A.
Una fotografia parziale
Per amor di precisione, è il caso di rammentare ancora una volta che i dati sopra citati relativi all’efficienza energetica delle case in Italia sono solo una fotografia parziale dell’effettiva situazione del nostro Paese.
Si tratta, ribadiamo, dei numeri degli attestati di prestazione energetica emessi nel corso dell’anno precedente, che inquadrano solo in parte la globalità di un parco immobiliare residenziale che, come sottolineato all’inizio dell’articolo, non è adeguato agli standard comunitari e agli obiettivi delle normative UE.
In merito a questo aspetto, è doveroso citare ancora una volta i dati ANCE. L’associazione ha posto l’accento sul fatto che, oggi come oggi, circa il 74,1% degli immobili residenziali in Italia risultano edificati prima dell’entrata in vigore delle prime normative relative al risparmio energetico.
Dando numeri precisi, si può notare che, su oltre 12 milioni di edifici residenziali sul territorio nazionale, circa 9 sono associati a una classe energetica energivora e non sostenibile.
Gli obiettivi UE
Il miglioramento dell’efficienza energetica delle case in Italia è concreto ma, ribadiamo, necessita di ulteriori passi se si punta a soddisfare gli obiettivi UE. Nel mese di marzo, il Parlamento di Bruxelles ha espresso voto favorevole alla revisione della Direttiva Epbd (Energy Performance of Buildings Directive), altrimenti conosciuta come direttiva delle case green,
Con il fine di arrivare a criteri di efficienza energetica comuni tra i vari Stati UE, la direttiva mia al raggiungimento, da parte di tutti gli edifici di nuova costruzione, della classe E entro il 2030 e della D in vista del 2033.