Ecobonus seconda casa
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Ecobonus 110% sulla seconda casa: regole e criteri

Hai una seconda casa e hai deciso di ristrutturarla per poterla affittare? Sei nel posto giusto! In questo articolo ti spiegheremo come funziona il nuovo Ecobonus al 110% previsto per i lavori di efficientamento energetico e di ristrutturazione. Così, una volta chiarite le idee, potrai valutare se affittare la tua seconda casa direttamente con noi di Zappyrent, con tutte le garanzie esclusive del caso!

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La scorsa estate il governo italiano, nel nuovo Decreto Rilancio, ha previsto un super ecobonus al 110% per i lavori di miglioramento della classe energetica di un immobile. Inizialmente, il bonus era previsto solamente per la prima abitazione. Successivamente la Commissione Bilancio ha deciso di allargare la schiera degli immobili aventi diritto all’Ecobonus al 110%, comprendendo anche la seconda casa.

Oltre alle misure legate alla ristrutturazione e all’efficientamento energetico, il governo ha previsto anche altri bonus, come il bonus affitti 2021, legati alla difficile situazione degli affitti dovuta alla crisi Covid. Nel seguente articolo analizzeremo le regole e i criteri da rispettare per poter usufruire dell’Ecobonus al 110 per cento e quali sono le agevolazioni previste per ristrutturare la seconda casa.

Ecobonus seconda casa: quali immobili sono compresi?

Si diceva che la platea degli aventi diritto è stata allargata e l’Ecobonus adesso è valido anche per la seconda casa. Un altro dubbio sull’estensione del bonus riguardava anche la comprensione o meno delle villette a schiera. Alla fine, anche queste sono state incluse e potranno godere del superbonus sulle seconde case.

Restavano comunque riconosciuti gli interventi effettuati sulle parti comuni dell’edificio. Ciò significa che se un proprietario possiede due appartamenti in un condomino e in questo condominio vengono effettuati lavori in regime di Ecobonus, lo stesso proprietario può decidere di applicare il bonus anche ad una eventuale seconda casa al mare o in montagna.

Escluse dal bonus sono invece le abitazioni di lusso classificate al catasto come:

  • A1: abitazioni di tipo signorile
  • A8: ville
  • A9: casali e castelli. Quest’ultimo caso, però prevede un’eccezione che permette di usufruire del bonus: l’immobile deve essere aperto al pubblico, anche parzialmente.

Ecobonus seconda casa: quali lavori sono coperti dal superbonus?

Le detrazioni sulla ristrutturazione della seconda casa al 110% sono previste per le tre seguenti tipologie di intervento. Citando il testo del decreto:

  • Interventi di isolamento termico delle superfici opache verticali e orizzontali che interessano l’involucro dell’edificio con un’incidenza superiore al 25% della superficie disperdente lorda dell’edificio medesimo;
  • Interventi sulle parti comuni degli edifici per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti centralizzati per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda sanitaria a condensazione, con efficienza almeno pari alla classe A;
  • Interventi sugli edifici unifamiliari per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda sanitaria a pompa di calore, ivi inclusi gli impianti ibridi o geotermici.

Tutte e tre i tipi di intervento, per essere coperti dal bonus 110%, devono necessariamente apportare un miglioramento di due classi energetiche dell’edificio. La certificazione dell’incremento dovrà essere documentata attraverso due APE (Attestazione di Prestazione Energetica), da redigere una prima dell’inizio dei lavori e una alla fine di essi.

Alla precedente lista si aggiungono anche gli interventi antisismici, coperti dal cosiddetto “sismabonus“. È inoltre possibile far rientrare nella cifra coperta dall’Ecobonus su prima e seconda casa anche interventi come l’installazione di pannelli solari o di sostituzione degli infissi, che normalmente godrebbero del bonus “normale” dal 65% al 75%, a patto che siano svolti in concomitanza con una delle tre casistiche elencate precedentemente.

Le cifre di Ecobonus e Superbonus

Ogni intervento prevede delle soglie massime di rimborso possibile dell’Ecobonus:

  • Detrazione al 50% per:
    • Sostituzione d’infissi;
    • Pannelli solari;
    • Caldaie a biomassa;
    • Caldaie a condensazione, se almeno di Classe A.
  • Detrazione al 65% per:
    • Interventi di coibentazione;
    • Pompe di calore;
    • Sistemi di building automation;
    • Collettori solari per produzione di acqua calda;
    • Scaldacqua a pompa di calore;
    • Generatori ibridi.
  • Detrazione al 70-75% per:
    • Interventi di tipo condominiale, con percentuale a salire fino all’85% in caso di riduzione di rischio sismico.

In cifre si parla invece di:

  • 100mila euro per gli interventi di riqualificazione energetica;
  • 60mila euro per gli interventi sull’involucro dell’edificio;
  • 60mila euro per l’installazione di pannelli solari;
  • 30mila euro per la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale.

Accanto a queste cifre del classico Ecobonus sono previste quelle del Superbonus al 110 per cento, con le seguenti detrazioni:

  • Lavori di isolamento termico:
    • 50mila euro per gli edifici unifamiliari;
    • 40mila euro per unità immobiliare per i condomini da 2 a 8 unità;
    • 30mila euro se più di 8 unità, sempre per ogni singola unità.
  • Lavori di sostituzione degli impianti di climatizzazione in condominio:
    • 20mila euro per unità, fino a un massimo di 8;
    • 15mila euro per ogni unità, se oltre le 8.
  • Lavori per la sostituzione degli impianti di climatizzazione in edifici singoli o villette unifamiliari con sistemi di riscaldamento, raffreddamento o a pompa di calore:
    • 30mila euro per singola unità.

Entro quando eseguire i lavori

Per poter usufruire dell’Ecobonus al 110%, il cosiddetto Superbonus, anche sulle seconde case, è necessario rispettare delle tempistiche.
Qualsiasi intervento, inizialmente, sarebbe rientrato nell’ambito del Superbonus se eseguito dal 1 luglio 2020 fino alla data del 31 dicembre 2021.

La proroga al 2023, di cui si stava discutendo nelle ultime ore, alla fine non è stata inclusa nelle misure del Recovery Plan italiano. Slitterà quindi al prossimo disegno di legge di Bilancio, come annunciato dal Presidente del Consiglio Mario Draghi, che si è impegnato, con tutto il governo, a prorogare il Superbonus al 110%.

È possibile cedere il credito d’imposta?

Una novità molto importante introdotta dal Decreto Rilancio è la possibilità di cedere il credito d’imposta all’azienda che svolge i lavori, che a sua volta può decidere di cederlo a istituti di credito. Le possibilità sono quindi due:

  • Attendere la dichiarazione dei redditi, dove sarà poi possibile detrarre le spese sostenute;
  • Ricevere uno sconto in fattura, anticipato dal fornitore che poi potrà cederlo come credito d’imposta ad una banca.

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