Coniugi residenti in Comuni diversi: le novità sull’IMU
Last Updated on Luglio 18, 2024
Quella dei coniugi residenti in Comuni diversi è un’evenienza molto frequente. Le scelte lavorative soprattutto possono portare due persone sposate a dover vivere in città differenti. Come gestire il pagamento dell’IMU in questo caso? Di recente, a seguito di una sentenza della Corte Costituzionale, si è concretizzato un importante cambiamento relativo alla sopra citata imposta. Seguici nelle prossime righe per saperne di più.
IMU con coniugi in case diverse: la sentenza della Corte Costituzionale
Con la sentenza 209/2022 della Corte Costituzionale, depositata lo scorso 13 ottobre, è stata messa in primo piano la possibilità, per i coniugi residenti in Comuni diversi, di chiedere l’esenzione dal pagamento dell’IMU.
Tramite l’appena menzionata sentenza, i giudici della Corte Costituzionale hanno dichiarato illegittimo il contenuto dell’articolo 13, comma 2, quarto periodo del Decreto Legislativo 201 del 6 dicembre 2011. Nello specifico, si sono concentrati sulla parte in cui si associa la definizione di “abitazione principale” all’unità immobiliare in cui il possessore e i suoi familiari dimorano abitualmente e hanno la residenza anagrafica.
A detta dei giudici, il suddetto articolo sarebbe infatti in contrasto con i principi espressi da alcuni articoli della Costituzione. Si tratta nello specifico dell’articolo 3 – Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali – del 31esimo – La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose. Protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo – e del 53esimo – Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.
Ciò vuol dire che, secondo i giudici della Corte Costituzionale, è illegittima la norma che subordina, ai fini dell’accesso alle agevolazioni per l’IMU, il fatto che l’immobile oggetto dell’imposta sia abitazione principale sia del soggetto che paga l’imposta, sia del suo nucleo familiare.
Quali sono le altre norme dichiarate illegittime?
Per dovere di precisione, facciamo presente che in questa sentenza della Corte Costituzionale relativa alla gestione dell’IMU per i coniugi residenti in Comuni diversi sono state dichiarate illegittime anche altre norme. Nell’elenco è possibile includere l’articolo 13, comma 2, secondo periodo della legge sopra menzionata. Nello specifico, i giudici hanno puntato il dito contro la parte in cui l’esenzione dal pagamento dell’IMU è limitata a una sola delle unità immobiliari site nel medesimo Comune.
A essere stato dichiarato illegittimo è altresì l’art. 1, comma 741, lettera b), L. n. 87/1953, come modificato dall’art. 5-decies, comma 1, D.L. n. 146/2021. Quest’ultimo stabilisce che, davanti al proprietario di un immobile e al suo nucleo familiare con residenze e dimore abituali differenti, si ha diritto a una sola agevolazione.
Una nuova definizione di abitazione principale
Questa sentenza della Corte Costituzionale non è importante a livello pratico solo per i coniugi residenti in Comuni diversi. In generale, può essere vista come uno spartiacque che ha messo in primo piano una nuova definizione di “abitazione principale”. Entrando nel vivo del punto di vista della Corte, rammentiamo che, a seguito del pronunciamento sopra menzionato, si inquadra l’unità immobiliare dove il soggetto contribuente ha la sua residenza anagrafica e la dimora abituale, tutto questo a prescindere sia dalla residenza, sia dalla dimora degli altri membri della sua famiglia.
Ciò vuol dire che, dal punto di vista del pagamento delle imposte sulla casa, è legittimata legalmente la divisione del nucleo familiare in unità immobiliari diverse che possono essere situate sia nello stesso Comune, sia in territori comunali diversi.
Per fornire un quadro completo della situazione, diamo qualche informazione sul caso dal quale è scaturita la sentenza della Corte Costituzionale. Tutto è partito da un contribuente di Napoli, che ha impugnato alcuni avvisi di pagamento nei quali gli si contestava il mancato versamento dell’IMU nelle annualità comprese tra il 2015 e il 2018 per la sua abitazione principale sita nel capoluogo campano.
Il contribuente appena citato, in possesso di tutti i requisiti previsti dalla legge, aveva fatto domanda di esenzione dal pagamento dell’imposta sottolineando il fatto che la sopra citata unità immobiliare costituiva la residenza del suo nucleo familiare.
Da parte del Comune, alla suddetta istanza è arrivata una replica in cui si contestava il fatto che il nucleo familiare non risultasse in toto residente presso la medesima unità immobiliare. Il contribuente, infatti, aveva la residenza in un altro territorio comunale.
La richiesta di rimborso
Davanti a queste informazioni, è naturale chiedersi come richiedere il rimborso per l’IMU versata e non dovuta se ci si trova nella situazione dei coniugi residenti in Comuni diversi. Premettiamo il fatto che l’istanza di rimborso può essere presentata anche nei casi in cui le unità immobiliari dove i membri della coppia risiedono sono site nel medesimo Comune.
Si può procedere alla richiesta di rimborso per l’imposta versata sul secondo immobile quando non dovuta entro i cinque anni dal pagamento.
Attenzione: quanto specificato nelle righe precedenti non implica il fatto che non si debba più versare l’IMU sulla seconda casa. Nell’eventualità in cui, a seguito di un controllo da parte dell’amministrazione, si dovesse venire a scoprire che il coniuge del proprietario e contribuente non risiede abitualmente presso la suddetta unità, è necessario versare l’IMU.
L’illecito che si intende arginare in questo modo è la tendenza a spostare la residenza presso le case di vacanza con lo scopo di eludere il pagamento della sopra menzionata imposta. Concludiamo sottolineando che il principale strumento di controllo da parte delle amministrazioni sono le utenze.