come calcolare l'adeguamento istat del canone di locazione
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Come si calcola l’adeguamento Istat del canone di locazione?

Last Updated on Dicembre 22, 2021

L’Istat elabora una serie di dati che permettono di adeguare il canone di locazione, un vero e proprio aggiornamento che tiene conto dell’evoluzione dell’economia e, in particolar modo, dell’aumento dei prezzi di consumo per le famiglie italiane. L’adeguamento Istat per un contratto di locazione ti consente quindi di aggiornare l’importo dell’affitto rispetto al reale andamento dell’economia italiana, in particolare del costo della vita.

Scopriamo come funziona l’adeguamento Istat del canone di locazione.

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Cos’è l’adeguamento Istat e come funziona

Nel contratto di affitto di un immobile è prevista una clausola dedicata all’aggiornamento annuale, rispetto alle variazioni che vengono indicate dall’indice Istat, dei prezzi al consumo per famiglie di operai e impiegati. Questo significa che, a prescindere dalle valutazioni fatte per calcolare il canone d’affitto, l’importo dovrebbe essere aggiornato ogni 12 mesi.

È competenza dell’Istat quella di fornire un indice di riferimento sull’aumento del costo della vita nel corso dell’anno solare. Le spese riguardano diversi settori: i prodotti alimentari, trasporti, abitazione, acqua, elettricità e combustibili, servizi sanitari e spese per la salute, mobili e servizi per la casa, abbigliamento e calzature, comunicazioni, istruzione e tanto altro. L’Istat, ogni anno, valutando nel complesso l’andamento dei prezzi medi di tutti questi fattori, riesce a stabilire se c’è stato o meno un aumento del costo della vita e, in virtù di questo indice, bisogna ricalcolare e prevedere un adeguamento Istat per gli affitti.

Per calcolare l’aumento Istat 2021 sono stati presi in considerazione ben 1731 fattori. Le valutazioni vengono effettuate anche in virtù di quelle che sono le nuove esigenze delle famiglie rispetto alle spese realmente sostenute. Ad esempio, in questo 2021 ancora funestato dalla pandemia, sono stati inseriti prodotti che fino a qualche tempo fa non erano presi in considerazione, come la mascherina chirurgica o ffp2 per proteggersi dal contagio da Coronavirus e il gel igienizzante per le mani. Un altro bene considerato é il monopattino elettrico proposto anche in modalità sharing oppure il dispositivo anti abbandono e il casco per veicoli a due ruote.

L’adeguamento Istat sull’affitto è obbligatorio?

L’adeguamento del canone Istat è obbligatorio solo nel caso in cui sul contratto sia stata inserita la  clausola apposita.
Nei contratti d’affitto standard c’è una clausola che fa riferimento all’adeguamento del canone rispetto alla variazione dell’indice Istat dei prezzi al consumo. Questo prevede che ogni anno si debba procedere con l’aggiornamento del canone annuo.

È comunque possibile che nel tuo contratto di locazione questa clausola di aggiornamento non sia stata inserita; in questo caso, l’aggiornamento del canone secondo l’indice Istat non è previsto e non può essere richiesto dal proprietario o dall’inquilino.

Come si calcola l’adeguamento Istat del canone di locazione

Per calcolare l’adeguamento Istat del canone di locazione del tuo immobile devi fare riferimento all’indice annualmente pubblicato dall’Istat. Occorre fare riferimento all’indice Istat più recente disponibile.

  1. Per effettuare il calcolo è necessario quantificare nella misura del 100% la variazione dei prezzi al consumo nei contratti di locazione che prevedono la formula di durata 4 anni più ulteriori 4 anni
  2. Nel caso di contratti commerciali con durata di 6 anni più ulteriori 6 anni si applica la rivalutazione al 75%.

Le oscillazioni da un anno all’altro possono essere minime e solitamente si fermano a pochi euro. Diverso il discorso nel caso in cui ci possano essere dei fenomeni economici piuttosto importanti, quali l’inflazione o una crisi come quella accaduta nel 2011, che all’epoca comportò differenze piuttosto marcate in termini di prezzi.

La formula per calcolare l’adeguamento Istat del canone prevede la moltiplicazione del canone annuo attualmente previsto per il tuo immobile per l’indice Istat e quindi per 100. Il risultato che viene fuori da questo calcolo deve essere poi ovviamente diviso per 12, in maniera tale da valutare se l’importo mensile sia aumentato oppure debba essere diminuito.

FORMULA: (canone annuo) x (indice Istat) x 100 / 12

Facciamo un esempio di calcolo

Facciamo un esempio pratico: ipotizziamo che una soluzione residenziale sia stata proposta in affitto a un canone di locazione pari a 8400 euro all’anno, il che significa un importo mensile di 700 euro. Nel contratto di locazione sottoscritto con il tuo inquilino è presente la clausola che prevede l’obbligatorietà per l’adeguamento annuale del canone di affitto. Per poterlo applicare, è necessario che il contratto di locazione abbia una durata di 4 anni più la possibilità in caso di accordo condiviso di prolungarla per ulteriori 4 anni.

Mettiamo il caso che l’ultima variazione dell’indice Istat prevista sia in positivo dello 0,3C. Questo significa che il prezzo dei prodotti è aumentato nell’ultimo anno solare dello 0,3% in media, per cui anche il costo della vita è aumentato di questa percentuale.

A questo punto per ottenere la rivalutazione del canone devi moltiplicare il valore annuale di 8400 euro per 0,3%. Nel nostro caso il risultato è di 25,2 euro. Ora non resta che ripartire questa rivalutazione in maniera equa sulle dodici mensilità previste, per cui ci sarà un aumento mensile pari a 25,2 : 12 ossia 2,1 euro. In virtù della rivalutazione Istat, dunque puoi richiedere al tuo inquilino un canone di 702,1 euro.

La differenza è davvero minima perché solitamente le oscillazioni dell’indice Istat sono ben al di sotto dell’unità percentuale.

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