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Chi paga l’IMU di una casa in affitto?

Last Updated on Luglio 18, 2024

Chi paga l’IMU di una casa in affitto ? Sono tantissime le persone che si pongono questa domanda. Se vuoi sapere qualcosa di più in merito, non devi fare altro che proseguire nella lettura di questo articolo.

IMU di una seconda casa affittata con cedolare secca: chi deve pagare?

Sono tantissime le situazioni di chi, dopo aver acquistato una seconda casa per metterla a reddito, decide di affittarla. Una locazione con cedolare secca comporta diversi vantaggi per il locatore che, per esempio, ha la possibilità di ridurre il reddito complessivo su cui vengono applicate le imposte.

Cosa succede all’IMU nel momento in cui si decide di affittare una casa con cedolare secca? La normativa vigente, in questi frangenti, prevede l’obbligo di pagamento dell’IMU di una casa in affitto da parte del proprietario e mai del locatario.

IMU della prima casa affittata con cedolare secca: cosa sapere sul pagamento

Anche in questo frangente, l’ IMU è a carico del proprietario. Il fatto che la locazione sia o meno caratterizzata dall’applicazione della cedolare secca non ha importanza. Pure nei casi in cui l’inquilino è residente presso l’immobile affittato, l’imposta è a carico del proprietario. Il motivo è legato al fatto che, per lo Stato italiano, l’ lMU è un’imposta sul possesso degli immobili.

Attenzione, però: in casi diversi dall’affitto, la situazione riguardante il pagamento dell’IMU è diversa. Nelle circostanze in cui la casa è stata concessa in usufrutto, il pagamento dell’IMU spetta al titolare del suddetto diritto reale, ossia l’usufruttuario.

Quando si parla di frangenti diversi dall’IMU di una casa in affitto e si guarda, per esempio, all’assegnazione di un bene immobiliare a seguito di un provvedimento del giudice, si ha sempre a che fare con l’obbligo del pagamento dell’ IMU a carico alla persona a cui l’immobile è stato assegnato.

Chi paga l’IMU in caso di rent to buy?

Quando si guarda al mondo delle locazioni, è doveroso chiamare in causa anche la formula rent to buy . Questa tipologia di contratto consente l’immediato godimento di un’unità immobiliare a fronte del pagamento di un canone mensile. La somma in questione viene utilizzata, in parte, per pagare il prezzo dell’immobile, in modo da poterlo in futuro riscattare.

Chi paga l’IMU quando si ha a che fare con la suddetta tipologia di contratto? Anche in questo frangente, il soggetto passivo dell’imposta è il proprietario di casa. La persona che gode concretamente dell’unità immobiliare, è tenuta a pagare l’IMU nel momento in cui, riscattando l’immobile, diventa proprietario effettivo.

Può capitare che il proprietario dell’unità immobiliare e l’utilizzatore si accordino affinché quest’ultimo paghi l’ IMU . Anche a fronte di accordi in cui le parti coinvolte nel contratto stabilizzano che l’imposta è a carico del conduttore, per la legge il soggetto passivo rimane sempre e comunque il proprietario dell’immobile. Ciò vuol dire che, nel caso in cui l’affittuario dovesse trovare a pagare l’imposta, avrebbe la facoltà di chiedere la restituzione della somma al proprietario.

Essenziale è specifico che il rent to buy è diverso dal leasing, altrimenti noto come locazione finanziaria. Cosa cambia? Nel caso del leasing, il concedente può essere solo una banca o un intermediario finanziario e l’utilizzatore finale dell’immobile una persona fisica. Nel rent to buy, il contratto può vedere in primo piano, indifferentemente, persone fisiche, enti persone giuridiche.

Secondo la legge 147 del 2013 , il soggetto passivo di IMU in caso di locazione finanziaria è il locatario. La decorrenza parte dalla data di stipula del contratto.

IMU di una seconda casa affittata con canone concordato: cosa sapere sul pagamento

Quando si parla dell’IMU di una casa in affitto e ci si chiede chi deve pagare l’imposta, sono diverse le eventualità da considerare. Oltre a quelle già citate, rientra la situazione della seconda casa affittata a canone concordato. Cosa bisogna sapere in merito? Che, come in tutte le evenienze precedenti, anche in questa l’obbligo del pagamento dell’IMU è a carico del proprietario.

Quando ci si soffre sulla situazione in questione, è necessario sottolineare che il proprietario ha la possibilità di versare un’imposta ridotta del 25%. Questa possibilità è realtà per i proprietari di casa che affittano con il 3+2 dall’ormai lontano 2016.

Lo status quo prima del 2019

La situazione relativa all’IMU delle case in affitto è in parte cambiata recentemente, per la precisione nel 2019. Prima di allora, infatti, l’inquilino aveva l’obbligo di versare una parte delle imposte sulla casa. Si trattava della TASI, imposta successivamente accorpata alla nuova IMU nel 2020 per effetto dell’approvazione della Legge di Bilancio.

Come rammentato nelle righe precedenti, è doveroso parlare di uno status quo cambiato in parte. L’abolizione della TASI, l’unica imposta sulla casa a carico dell’inquilino, non ha modificato in alcun modo le regole relative all’IMU . Anche a seguito dell’approvazione della nuova IMU, infatti, l’imposta in questione è rimasta a carico del proprietario.

Prima del 2019, si poteva parlare anche di agevolazioni relative al pagamento della TASI. Tra queste evenienze, era possibile includere le situazioni degli immobili affittati come prima casa e quella delle case in comodato d’uso gratuito.

Nel caso dell’IMU, tutto è rimasto invariato e l’importo completo dell’imposta – per la TASI si parlava di una divisione fra proprietario e inquilino – è dovuto dal proprietario dell’unità immobiliare e non dall’inquilino.

Come si calcola l’IMU per una casa in affitto

A questo punto, è naturale chiedersi cosa bisogna fare per calcolare l’IMU di una casa in affitto. La procedura è affine a quella che si deve chiamare in causa per la prima abitazione. Ciò vuol dire che si parte rivalutando del 5% la resa catastale dell’immobile. Successivamente, si moltiplica il risultato ottenuto per il coefficiente 160.

 

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