Che cos’è la Tari?
La Tari è la cosiddetta tassa sui rifiuti: un’imposta comunale il cui scopo è quello di finanziare i costi di raccolta e smaltimento della spazzatura. Attiva dal 2014, la Tari è una componente dell’imposta unica municipale insieme all’IMU (e anche insieme alla Tasi, fino alla sua soppressione) ed ha tariffe, riduzioni ed esenzioni che variano di Comune in Comune.
Tari sta proprio per TAssa sui RIfiuti. Il sito del MEF ne definisce i confini in questo modo:
“è dovuta da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte suscettibili di produrre i rifiuti medesimi”
Com’è nata e come funziona la Tari?
La Tari, come abbiamo visto, è un’imposta di recente nascita. Introdotta il 27 dicembre 2013 e istituita dalla legge di stabilità nel 2014, è andata integrare e sostituire tre vecchie tasse separate:
- TIA: tariffa di igiene ambientale
- TARES: tributo comunale sui rifiuti e sui servizi
- TARSU: tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani
Come abbiamo visto, la Tari è dovuta da chi possiede aree che sono suscettibili di produrre rifiuti. Per questo motivo sono escluse dal pagamento le aree inutilizzabili: se le pertinenze come i box sono incluse, non si contano invece cantine, solai, scale d’accesso, parti comuni del condominio.
Le modalità della Tari su prima e seconda casa, invece, seguono dei percorsi diversi e ben definiti.
Che cos’è la Tari: quando e come si paga?
Ogni quanto arriva la bolletta rifiuti? La Tari non va pagata in un’unica soluzione, ma ha più scadenze. Ogni Comune le stabilisce a sua discrezione, anche se ci sono dei periodi che, generalmente, sono i più “scelti” per il pagamento. Quando si paga la Tari? Le scadenze comuni sono:
- Primo acconto entro la fine di aprile;
- Secondo acconto entro la fine di luglio;
- Saldo entro la fine dell’anno.
La tassa sui rifiuti varia anche la sua modalità di pagamento in base al Comune. Tra le più utilizzate ci sono:
- Pagamento con modello F24, utilizzando il codice tributo 3944;
- Bollettino postale;
- MAV.
Come si calcola la Tari?
La tassa dei rifiuti segue un principio base: chi inquina di più, paga di più. Questo criterio di proporzionalità determina la tariffa, che poi il Comune stabilisce in base al costo del servizio e alla quantità di rifiuti prodotti per unità di superficie.
Di queste unità viene considerata passibile di imposta la superficie calpestabile suscettibile di produrre rifiuti e non la porzione dove si formano rifiuti speciali. Questo è il cosiddetto metodo normalizzato, legittimo se non causa gravosità eccessive su alcune fasce di utenti.
Nel caso invece il peso fosse troppo eccessivo su determinate fasce, il Comune ha la possibilità di prevedere per le utenze una riduzione che sia:
“proporzionale alla quantità, debitamente certificata, dei beni e dei prodotti ritirati dalla vendita e oggetto di donazione a indigenti e persone in difficoltà, e riduzioni o agevolazioni, fra gli altri, per le abitazioni con unico occupante”
La misura massima in cui la Tari può essere ridotta è del 20% della cifra dovuta, nei seguenti casi:
- Mancato svolgimento del servizio di gestione;
- Erogazione con gravi violazioni delle norme di riferimento;
- Interruzioni del servizio;
- Pericolo di danno a persone o ambiente;
- Uso non continuativo e/o occupazione temporanea.
Chi paga la Tari?
Come abbiamo visto, sono i singoli Comuni a decretare le tariffe in base a tanti fattori, elencati nei paragrafi precedenti, come la superficie e la quantità dei rifiuti prodotti. Chi possiede l’area, il soggetto utilizzatore dell’immobile, è quindi tenuto al pagamento della tassa dei rifiuti.
Nel caso di locazione breve dell’immobile, come può essere un affitto turistico, l’inquilino non è tenuto al pagamento dell’imposta, che tocca invece al proprietario.
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Con l’affitto breve, come succede per la Tari, spesso e volentieri tocca al proprietario sobbarcarsi il peso delle tasse comunali. Una spiacevole necessità cui si può porre rimedio scegliendo la stabilità e la redditività di un affitto a lungo termine.
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