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Acquistare casa per i figli: come farlo in sicurezza

Last Updated on Agosto 2, 2022

Acquistare casa per i figli è il desiderio di tantissime persone. Gli investimenti nel mattone rappresentano un punto di riferimento fondamentale in Italia. Non a caso, è estremamente diffusa la scelta di comprare casa e intestarla alla prole, così da assicurare ai propri figli un sostegno per il futuro, evitando loro, per esempio, di trovarsi davanti alla necessità di accendere un mutuo in una situazione lavorativa spesso estremamente precaria.

Cosa bisogna fare di preciso per comprare casa ai figli? Scopriamo la risposta nelle prossime righe di questo articolo.

Donazione indiretta: l’acquisto casa per i figli

La cosiddetta donazione indiretta è una delle strade più semplici da considerare quando si decide di acquistare casa per i figli. In cosa consiste di preciso? La situazione che abbiamo appena descritto vede i genitori, una volta entrati in possesso di una determinata somma di denaro, acquistare il bene immobile. In sede di rogito, si procede poi all’intestazione dell’unità stessa ai figli maggiorenni.

Circostanza che può essere descritta anche con l’espressione tecnica “adempimento del terzo“, vede il soggetto pagante dichiarare di versare la cifra per l’unità immobiliare per spirito di liberalità. Qualora i genitori che acquistano la casa per i figli non dovessero disporre della somma necessaria per pagare l’immobile, possono sempre chiedere un mutuo e presentare come garanzia la sopra citata unità immobiliare.

Nei casi in cui si concretizza il quadro appena descritto, il figlio intestatario dell’immobile acquistato dai genitori assume il ruolo di terzo datore dell’ipoteca.

Il costo

A questo punto, non resta che chiedersi quanto costi una donazione indiretta. La legge italiana prevede l’applicazione di regole in tutto e per tutto affini a quelle di qualsiasi altra tipologia di contratto tra le parti. Alla luce di ciò, la persona che riceve in dono l’unità immobiliare, anche se non la paga concretamente, è tenuto a versare gli oneri legati all’atto di compravendita. In poche parole, deve pagare il notaio. Non è invece tenuto a pagare le spese di donazione.

La rinuncia come forma di donazione indiretta

Quando si decide di acquistare casa per i figli e si guarda nello specifico alla donazione indiretta, è bene essere consapevoli del fatto che anche l’atto di rinuncia a un diritto o a un determinato bene del quale si è proprietari può rappresentare una strada valida.

Fondamentale è pero rammentare che, nei casi in cui si punta a concretizzare una donazione indiretta attraverso atto di rinuncia, il quadro appena descritto deve essere esplicitamente indicato nell’atto.

Acquisto casa per figli minorenni: cosa dice la legge?

Quando si sceglie di acquistare casa per i figli, è naturale chiedersi se sia possibile farlo anche se non sono ancora maggiorenni. La risposta è affermativa: la legge italiana consente a un genitore intenzionato ad assicurare un futuro al proprio figlio minorenne di acquistare una casa da donargli. Attenzione, però: rispetto al caso di cui abbiamo tracciato le peculiarità nelle righe precedenti, c’è un aspetto in più da considerare. Quale, di preciso? L’autorizzazione da parte del giudice. Una volta ottenuta quest’ultima, è necessario presentarla al notaio in sede di ufficializzazione della compravendita.

Il giudice sopra citato è quello tutelare, al quale i genitori intenzionati a regalare una casa al figlio minorenne devono esporre chiaramente le motivazioni che li hanno portati alla decisione di procedere con l’acquisto.

Per amor di precisione, è bene rammentare che esistono circostanze davanti alle quali il giudice tutelare può non concedere il consenso relativamente alla richiesta dei genitori intenzionati ad acquistare casa per i figli minorenni. In questo novero è possibile citare le situazioni in cui l’immobile risulta in condizioni eccessivamente compromesse. Nei casi appena ricordati, il giudice può ritenere l’acquisto non un vantaggio, ma un potenziale primo passo verso un debito.

Comprare casa e intestarla ai figli: cosa succede in caso di divorzio?

Immaginiamo il caso di due genitori che decidono di acquistare casa per i figli. La compravendita viene finalizzata senza alcun problema tecnico. Passano gli anni e uno dei suddetti figli, dopo aver contratto matrimonio, divorzia. Cosa succede in questi casi? La casa comprata dai genitori tramite donazione liberale va all’ex coniuge? L’orientamento giuridico in questi frangenti vede in primo piano la scelta di assegnare la dimora – anche quella acquistata per il figlio o la figlia tramite donazione – al membro della coppia con il quale vivono stabilmente gli eventuali figli.

Diverse persone cercano di bypassare la situazione appena descritta intestando l’immobile a coloro i quali lo hanno acquistato, ossia i genitori. Attenzione: non si tratta di una strada utile. Anche se è presente un comodato d’uso, l’assegnazione dell’immobile all’ex coniuge presso il quale vengono collocati i figli vale comunque.

Da non dimenticare, però, è l’esistenza di due soluzioni che è bene conoscere. Ecco quali sono:

  • Intestazione dell’immobile ai genitori e stipula, da parte di questi ultimi, di un regolare contratto di comodato d’uso. Seguire questa strada è vantaggioso in quanto, stabilendo una scadenza per il contratto, si ha di fatto la possibilità di impedire, fino a quel momento, l’assegnazione della casa all’ex coniuge;
  • Scelta di stabilire, per l’immobile donato dai genitori, un uso diverso da quello di dimora stabile della famiglia. Se non si dimostra di aver vissuto stabilmente nell’immobile che i genitori hanno scelto di comprare quando hanno deciso di acquistare casa per i figli, in caso di divorzio di uno di questi ultimi l’unità stessa non può essere assegnata all’ex coniuge collocatario dei figli.

Concludiamo rammentando che sia i figli maggiorenni sia quelli minorenni possono godere degli sgravi fiscali legati all’immobile che i genitori hanno scelto di acquistare per loro se si tratta della prima casa.